Frinco e Messerano. Monete inedite
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FRINCO E MESSERANO
MONETE INEDITE
FRINCO.
Domenico Promis, in una delle sue dotte memorie sulle monete del Piemonte1, narrò le vicende della zecca di Frinco, aperta dai Mazzetti nella seconda metà del secolo XVI.
Morel-Fatio pubblicò in seguito parecchie monete di Frinco2, specialmente di tipo francese, ed altre ne aggiunsero ancora Domenico3, e poi Vincenzo Promis4, B. Pallastrelli5, F. ed A. Erbstein6, E. Demole7, ecc., contraffazioni tutte di monete uscite da altre zecche.
Sembra che l’officina di Frinco sia stata chiusa definitivamente verso il 1609, nel quale anno i Mazzetti furono citati a comparire davanti al tribunale dell’impero, sotto l’accusa di falsari. Nel 1611 perduto il feudo, non lo riebbero che più tardi dal duca di Savoia Carlo Emanuele I, con esclusione però del diritto di zecca.
Fra le monete battute a Frinco e che ritengo fin’ora inedite, ricorderò le tre seguenti, che conservo nella mia modesta raccolta.
Mistura. Peso Gram. 1,50.
Rame con traccie d’argentatura. Peso Gram. 1,06.
Una contraffazione dei da 10 kreuzer di Ferdinando I, uscita dalla zecca di Frinco, fu pubblicata dai Sigg. Erbstein8, che ne trassero il disegno da un esemplare esistente nel gabinetto reale delle monete in Dresda. Quelle che sopra ho riportato, sono imitazioni delle monete da due kreuzer dello stesso imperatore, coniate, probabilmente nella zecca di Hall, per il Tirolo e per l’Austria; le prime portano, in petto all’aquila imperiale, uno scudetto coll’aquila tirolese, le seconde quello fasciato d’Austria.
È singolare il 1570 segnato sulla seconda di queste monete di Frinco, che non può portare nessuna di quelle spettanti a Ferdinando I, che regnò soltanto fino al 1564. Del suo successore Massimiliano II (1564-1576), si hanno monete da due kreuzer le quali invece portano la data nel campo, come in quella descritta al N. 2. Sulla imitazione di Frinco l’anno 1570, verosimilmente, dovrebbe esservi stato segnato per indicare l’epoca in cui fu coniata la moneta. In questo caso sembrerebbe che i Mazzetti avessero aperta quella loro zecca nel 1570, se non prima, contrariamente a quanto supponeva il Promis, che basandosi su d’un documento in cui dicevasi " aperta nuovamente „ la zecca di Frinco, riteneva che i Mazzetti avessero cominciato le loro fraudolenti operazioni soltanto nel 1581.
Rame. Peso Gram. 1,47
È questa una imitazione di una moneta di mistura battuta a Piacenza da Ottavio Farnese (15561586), che porta nel diritto OCT • DVX • PL • Z • P • II · e lo scudo ovale coll’arme Farnese sormontato dalla corona, ed al rovescio ☉ SALVS • MVNDI • croce filettata fiorita. L’esemplare della moneta piacentina da me posseduto differisce per la forma dello scudo da quello di Frinco; e però non voglio escludere che altra simile moneta di Piacenza abbia servito di modello per questa imitazione.
MESSERANO.
Sulla zecca di questo feudo dei Fieschi, possediamo la pregevolissima memoria di D. Promis9, corredata dalle splendide tavole di monete disegnate dal compianto C. Kunz. Vincenzo Promis10, A. R. Caucich11, ed U. Rossi12, fecero conoscere altri prodotti di questa officina monetaria, che ci dimostrano la sua particolare attività specialmente nel falsificare le monete d’altri stati.
Alle loro diligenti indagini credo che siano sfuggite due monetine, non affatto prive d’interesse che vengono ad aumentare la serie delle falsificazioni di monete veneziane. La prima si conserva nel museo civico di Trento, la seconda è della mia collezione.
Rame. Peso Gram. 0,66.
È una perfetta imitazione del quattrino di Venezia del doge Marino Grimani (1595-1605) che appare uscita dalla zecca di Messerano, sia per il nome del santo che si legge sul diritto, come per il motto del rovescio, usato frequentemente sulle monete dei Ferrero-Fieschi.
Quantunque anonima, credo che questa moneta si possa assegnare a Francesco Filiberto Ferrero Fieschi (1576-1629) del quale il Promis, citando un sommario di delitti13, dice che nel 1596 circa, fa ceva fabbricare quattrini e zecchini ad imitazione di Venezia; e parmi che in quel sommario si accenni a questa moneta, e non già ai noti sesini di stampo veneto, come sembra ritenesse il Promis, benchè egli asserisca che in Piemonte venissero essi pure chiamati quattrini.
Rame. Peso Gram. 1,16.
Questa monetina, che in origine dovea essere stata coperta d’un lieve strato d’argento, è una imitazione della gazzetta anonima da soldi due, battuta a Venezia, a quanto pare nel 1570, che ritengo latta coniare dallo stesso Francesco Filiberto a Messerano, benché non porti alcuna indicazione o segno particolare che a primo aspetto possa giustificare in qualche modo tale attribuzione. E veramente il FACTVS · MAIOR · VEHITVR · sembravi messo soltanto per simulare il SANCTVS · MARCVS · VENETVS ·; né saprei altrimenti interpretarne il significato. Domenico Promis però, nella sua Zecca di Messerano14, ricorda una lettera delli 6 Maggio 1597, nella quale si riferisce, che " vi si va dicendo che se il marchese nella cui zecca si sono fabbricate quelle monete che sono sesini, ed altre da sei quattrini haverà privilegio dalla Signoria di Venezia di far tali monete, che non li si farà altro „
I sesini qui accennati furono pubblicati dal Kunz e dal Promis. Quanto alla moneta da sei quattrini, par mi sia quella che ho qui riprodotta, imitante la veneta gazzetta da soldi due, pari appunto a sei quattrini.
Trento Novembre 1895.
Giorgio Ciani.
Note
- ↑ Monete dei Radicati e dei Mazzetti, Torino, 1860.
- ↑ Monnaies inèdites de Dezana, Frinco et Passerano. Paris, 1865.
- ↑ Sulle monete del Piemonte. Supplemento. Torino, i866.
- ↑ Monete di zecche italiane, ecc. Torino, 1886.
- ↑ Rivista numismatica italiana, vol. II, fasc. I. Asti, 1867.
- ↑ Italienische Nachahmungen, ecc. Dresden, 1883.
- ↑ Monnaies inèdites d’Italie, ecc. Bruxelles, 1888.
- ↑ Op. cit. Tav. II, n. II e pag. 91,
- ↑ Monete delle zecche di Messerano e Crevacuore, Torino, 1869.
- ↑ Monete di zecche italiane inedite o corrette, Torino, 1882.
- ↑ Bullettino di numismatica italiana, a. II, n. 1, 1867; a. III, n. 2.
- ↑ Gazzetta numismatica, a. I, p. 25 e 33, a. VI, 63, 73.
- ↑ L. c., pag. 56.
- ↑ L. c. pag. 56.