Fra la favola e il romanzo/Zaccaria/I

Zaccaria - I

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Zaccaria Zaccaria - II

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I.



È il primo giorno dell’anno. L’aria è fredda e piccante, il cielo purissimo. Tutte le campane di Roma hanno suonato il mezzogiorno con rintocco festivo. Ogni sorta di persone è in moto. I Cardinali nelle loro belle carrozze dorate tornano dal Vaticano. Quelle degli ambasciatori e di altri personaggi hanno i servi con livree gallonate, ed i cocchieri con parrucca incipriata e col cappello a tre punte. Molti signori girano in carrozzini chiusi: altri vanno in carrozze da nolo o a piedi, tutti frettolosi per lasciare biglietti da visita ai loro conoscenti, ai loro amici ed anche ai loro nemici. I soldati indossano assise di gala. I guardaportoni dei palazzi sono vestiti come grandi marescialli, si pavoneggiano dondolando la spada ed accarezzando il pomo d’argento alla mazza. Numerosi servitori con un pacchetto di biglietti in mano li vanno deponendo in questa casa e in quella per commissione de’ loro padroni. Alcuni recano fiori; altri portano doni, e si veggono in giro per la città fattorini di bottega con torte, pasticci ed altre ghiottonerie. Le persone che [p. 68 modifica]si trattano domesticamente, incontrandosi, si stringono la destra, si cambiano auguri, ed i più intimi si abbracciano baciandosi. Le madri tornano dalla Messa elegantemente vestite, conducendo per mano i loro bimbi ben azzimati e festosi. È il primo dell’anno. Tutto ha l’aria di gioja. Si direbbe un giorno meglio degli altri; e la serenità del cielo par che trasfondasi pure negli uomini, i quali a vicenda si augurano destini migliori.