Folletto
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
C
FOLLETTO
Coronato di fior, pallidi o gai,
e come piace ai numi, o bianco o bruno,
dietro la porta ha il suo folletto ognuno,
e né notte né di Io lascia mai.
Dell’alba al lume o della luna a’ rai,
callido fabro d’ironie quest’uno,
girando gli occhi, come serpe in pruno,
gli fa dolci lusinghe, e il pone in guai.
Sparge il dèmone in danza a noi d’intorno
falsi amor, false glorie e falsi affanni;
e dell’imperio suo l’anima è priva.
L’uom riposo non ha notte né giorno
da questo sogno; e cosí volan gli anni,
come augelli migranti a ignota riva.