XXXVIII

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XXXVIII

L’Amante.

     — «Ragione, tu sí mi vuo’ trar d’amare
e di’ che questo mi’ signor è reo,
e che non fu d’amor unquanche Deo,
4ma di dolor, secondo il tu’ parlare.
Da lui partir non credo ma’ pensare,
né tal consiglio non vo’ creder eo,
chéd egli è mi’ segnor ed i’ son seo
8fedel; sí è follia di ciò parlare.
     Per che mi par che ’l tu’ consiglio sia
fuor di tu’ nome troppo oltre misura,
11ché sanza amor non è altro che nuia.
Se Fortuna m’ha tolto or mia ventura,
ella torna la rota tuttavia,
14e quell’è quel che molto m’assicura.»