XCVII

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XCVI XCVIII
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XCVII

Falsembiante.

     «Chi della pelle del monton fasciasse
il lupo e tra le pecore il mettesse,
credete voi, perché monton paresse,
4che de le pecore e’ non divorasse?1
Giá men lor sangue non desiderasse,
ma vie piú tosto ingannar le potesse.
Po’ che la pecora nol conoscesse,
8se si fuggisse, impresso lui n’andasse.
     Cosí vo io mi’ abito divisando
ched i’ per lupo non sia conosciuto,
11tutto vad’ io le genti divorando;
e, Dio merzé, i’ son sí proveduto
ched i’ vo tutto ’l mondo oggi truffando,
14e sí son santo e prod’uomo tenuto.»

Note

  1. [p. 381 modifica]son. 97, v. 4. Forse è da leggere: «ched e’ le pecore non d.».