Fiore/LXXXV
< Fiore
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
LXXXV
◄ | LXXXIV | LXXXVI | ► |
LXXXV
Lo Dio d’amore.
Amor rispuose: «A me sí piace assai
che l’oste avete bene istabulita;
ma tu, Ricchezza, ch’or mi se’ fallita,
4sed i’ potrò, tu te ne penterai.
S’uomini ricchi i’ posso tener mai,
non poss’io giá star un giorno in vita,
s’avanti che da me facciar partita
8non recherò a poco il loro assai.
Uomini pover fatt’hanno lor sire
di me, e ciaschedun m’ha dato il core;
11per ch’a tal don mi deggio ben soffrire.
Se di ricchezza sí come d’amore
i’ fosse Dio, non possa io ben sentire
14sed i’ no gli mettesse in gran riccore».