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il fiore | 273 |
LXXXIV
L’ordinanze delle battaglie de la Baronia.
Al Die d’amore ricordaro il fatto,
e disser che trovavar d’accordanza
che Falsembiante e Costretta-Astinanza
4dessono a Malabocca scacco matto;
Larghezza e Cortesia traesser patto
con quella che sa ben la vecchia danza,
e Pietate e Franchezza dear miccianza
8a quello Schifo che sta sí ’norsato;
e po’ vada Diletto e Ben-Celare,
ed a Vergogna dean tal lastrellata
11ched ella non si possa rilevare;
Ardimento a Paura dea ghignata,
e Sicurtá la deggia sí pelare
14ched ella non vi sia ma’ piú trovata.
LXXXV
Lo Dio d’amore.
Amor rispuose: «A me sí piace assai
che l’oste avete bene istabulita;
ma tu, Ricchezza, ch’or mi se’ fallita,
4sed i’ potrò, tu te ne penterai.
S’uomini ricchi i’ posso tener mai,
non poss’io giá star un giorno in vita,
s’avanti che da me facciar partita
8non recherò a poco il loro assai.
Uomini pover fatt’hanno lor sire
di me, e ciaschedun m’ha dato il core;
11per ch’a tal don mi deggio ben soffrire.
Se di ricchezza sí come d’amore
i’ fosse Dio, non possa io ben sentire
14sed i’ no gli mettesse in gran riccore».