Libro quinto - Capitolo 55
- Ora - disse Ilario - avete udito quello che noi crediamo, adoriamo e la cui legge serviamo. Udito avete la cagione della sua incarnazione, la quale né per angelo né per altra creatura si potea supplire se non per questa. Udito avete la gloriosa natività come fosse, e la concezione. Udito avete la laudevole e virtuosa e miracolosa vita di lui. Udito avete l’affannosa e vituperosa fine e cruda morte ch’egli per noi sostenne; e similemente la pia redenzione, la vittoriosa resurrezione, e la mirabile apparizione, e la gloriosa ascensione v’ho mostrato, e ultimamente la donazione graziosa del Santo Spirito, e nunziato v’ho il futuro giudicio: le quali cose se ben pensate, vero Iddio e vero uomo incarnato, nato, vivuto e passo e morto e risuscitato essere il conoscerete. Né vi si occulterà ne’ vostri pensieri quanta la sua infinita pietà sia stata verso di noi, il quale per la nostra salute diè se medesimo. Gran cosa è quando un servo per la liberazione del signore, o l’uno amico per l’altro, o l’uno per l’altro fratello, o ’l padre per il figliuolo, o ’l figliuolo per il padre prende morte: ma quanto è maggiore il signore, per lo servo liberare, vituperosa pigliarla! Noi, servi del peccato, tanto perfettamente da lui fummo amati, che egli non disdegnò l’altezza de’ suoi regni abandonare per pigliare carne, acciò che possibile si facesse a patire e a pigliare morte per nostra redenzione. Adunque non vi vinca la terrena cupidità, alla quale le vostre false e abominevoli leggi sono più atte che la nostra, ma cacciate da voi i giuochi dello ingannevole nimico delle nostre anime, e nuovi davanti a Dio vostro Creatore vi presentate -.