Libro quinto - Capitolo 56
Ascoltarono con gran maraviglia Filocolo e Menedon le cose dette da Ilario, e quelle notarono, parendo loro, sì come erano, grandissime: e visitando poi Ilario più volte, ogni fiata ridire se ne faceano parte, né niuna cosa rimasa decisa fu che essi distesamente dire non si facessero, e come e quando e dove di tutte si fecero narrare. Le quali udite tutte, Filocolo domandò Ilario in che la credenza perfetta di chi salvare si volea si ristringesse. A cui Ilario cominciò così: - Noi prima fedelmente crediamo, e semplicemente confessiamo uno solo Iddio etterno e incommutabile e vero, in cui ogni potenza dimora. Crediamo lui incomprensibile e ineffabile Padre, Figliuolo e Santo Spirito, tre persone in una essenzia, in una sustanzia, overo natura semplice omnino. Crediamo il Padre da niuno creato, il Figliuolo dal Padre solo e lo Spirito Santo da ciascuno procedere: né mal ebbono principio e così sempre saranno sanza fine. Crediamo lui di tutte le cose principio e creatore delle visibili e invisibili, delle spirituali e corporali. Crediamo lui dal principio aver creato di niuna cosa la spirituale e corporale creatura, cioè l’angelica e la mondana, e appresso l’umana, quasi comune di spirito e di corpo. Crediamo che questa santa e individua Trinità al profetato tempo desse all’umana generazione salute, e l’unigenito Figliuolo di Dio di tutta la Trinità comunemente della Vergine, cooperante il Santo Spirito, fu fatto vero uomo di razionale anima e di corpo composto, avendo una persona in due nature. Egli veramente ne mostrò la via della verità, con ciò sia cosa che, secondo la divinità, immortale e impassibile fosse, secondo l’umanità si fece passibile e mortale. Il quale ancora per la salute dell’umana generazione crediamo che sopra il legno della croce sostenesse passione e fosse morto, e discendesse all’inferno, e risuscitasse da morte e salisse in cielo. E crediamo che veramente egli discendesse in anima, e risuscitasse in carne, e salisse in cielo parimenti con ciascuna. E crediamo che nella fine del secolo egli verrà a giudicare i vivi e i morti, e a rendere a ciascuno secondo le sue opere, o buone o ree che state sieno, e così a’ malvagi come a’ buoni, i quali tutti con li loro propii corpi che ora portano risurgeranno, acciò che come avranno meritato ricevano: quelli con Pluto in pena etterna, quelli con Giove in gloria sempiterna. Crediamo ancora de’ fedeli una essere l’universale ecclesia, fuori della quale niuno crediamo che si salvi, nella quale esso Iddio è sacerdote e sacrificio, il cui corpo e sangue nel sacramento dell’altare sotto spezie di pane e di vino veramente si contiene, transustanziati il pane in corpo e ’l vino in sangue per divina potenza, acciò che a compiere il ministerio dell’unità togliamo del suo quello che egli del nostro tolse; e questo sacramento niuno il può fare, se non quello sacerdote che sarà dirittamente ordinato secondo le chiavi della chiesa, le quali egli agli apostoli concedette e a’ loro successori. Crediamo similemente il sacramento del battesimo, il quale ad invocazione della individua Trinità, cioè Padre e Figlio e Santo Spirito, si consacra nell’acqua: così a’ piccoli come a’ grandi, da chiunque egli è, secondo la forma della chiesa, dato, giova a salute. Dopo il quale ricevuto, s’alcuno cadesse in peccato, crediamo che sempre per vera penitenza può tornare a Dio: e non solamente le vergini e’ continenti, ma ancora i congiugati per diritta fede, piacenti a Dio, crediamo potere ad etterna beatitudine pervenire. E così a te e a qualunque altro di quella vuole essere partefice conviene credere, dannando ogni altra oppinione che alcuni altri avessero avuta e avessero delle predette cose, sì come eretici e contrarii alla diritta fede -.