Libro quarto - Capitolo 150
Seguesi il consiglio dell’amiraglio, e cavalcano tutti insieme, e quelli strumenti che con guerreggevole voce uscirono della città, mutati in segno di letizia precedendoli gli accompagnano. Biancifiore cavalca con Ascalion e con gli altri compagni, e con loro de’ suoi infortunii va ragionando, ora parlando con l’uno, ora con l’altro: e essi contano a lei de’ loro insieme avuti con Filocolo. L’amiraglio appresso costoro cavalca con Filocolo, e riguardandolo nel viso e notando gli atti suoi, nel cuore nobilissimo e d’alta progenie lo estima; e maravigliandosi di tante cose quante vedute avea quel giorno, e vedendo per cui, arde di disiderio di sapere chi egli sia; per che a Filocolo così cominciò a dire: - O giovane, il quale più che altro puoi vivere contento, considerando alla benevolenzia degl’iddii, la quale intera possiedi, secondo il mio parere, io ti priego per quel merito che tu dei loro di tanto dono, quanto oggi t’hanno conceduto, che obliando la crudeltà che verso di te, non conosciuto da me, oggi ho usata, che ti piaccia di dirmi chi tu se’, e onde, e come a questa giovane nell’alta torre salisti. E di ciò contentarmi non ti può nuocere, né cagione alcuna spaventarti, però che vedendo la benivolenzia degl’iddii tanta verso di voi, ogni ingiuria a me fatta ho perdonata, e buona pace tra te e’ tuoi compagni e me è fermata. Adempi adunque per la tua nobiltà il mio disio -.