Libro quarto - Capitolo 15
Ma poi che Filocolo per grande spazio ebbe la festa di costoro veduta, e festeggiato con essi, a lui parve di partirsi. E volendo prendere congedo da’ giovani e ringraziarli del ricevuto onore, una donna più che altra da riverire, piena di maravigliosa bellezza e di virtù, venne dov’egli stava, e così disse: - Nobilissimo giovane, voi per la vostra cortesia questa mattina a questi giovani avete fatta una grazia, per la quale essi sempre vi sono tenuti, cioè di venire ad onorare la loro festa: piacciavi, adunque, all’altre donne e a me la seconda grazia non negare -. A cui Filocolo con soave voce rispose: - Gentil donna, a voi niuna cosa giustamente si poria negare; comandate: io e’ miei compagni a’ vostri piaceri tutti siamo presti -. A cui la donna così disse: - Con ciò sia cosa che voi, venendo, in grandisima quantità la nostra festa multiplicaste, io vi voglio pregare che partendovi non la manchiate, ma qui con noi questo giorno, in quello che cominciato avemo, infino alla sua ultima ora consumate -. Filocolo rimirava costei parlante nel viso, e vedea i suoi occhi pieni di focosi raggi sintillare come matutina stella, e la sua faccia piacevolissima e bella; né poi che la sua Biancifiore non vide, gli parea sì bella donna avere veduta. Alla cui domanda così rispose: - Madonna, disposto sono a più tosto il vostro piacere che ’l mio dovere adempiere: però quanto a voi piacerà, tanto con voi dimorerò, e’ miei compagni con meco -. Ringraziollo la donna, e ritornando all’altre, con esse insieme s’incominciò a rallegrare.