Favole scelte dalla raccolta dei fratelli Grimm/I tre Poltroni
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Traduzione dal tedesco di Filippo Paoletti (1875)
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I TRE POLTRONI.
Un re aveva tre figli che amava di eguale amore e non sapea alla morte sua quale di essi far erede del trono. Venuto in fin di vita, li chiamò a sè e disse: cari figli, udite che cosa ho pensato, chi è di voi piú poltrone, quegli diverrà re. — Babbo, il regno tocca a me, disse il primo, poichè sono sì poltrone che quando vado a letto se mi cadesse una gocciolina d’acqua in sugli occhi, non li vorrei neppur chiudere per dormire.
— Babbo, disse il secondo, il regno spetta a me; sono così poltrone che quando seggo vicino al fuoco per iscaldarmi, pria di ritirar un po’ indietro le gambe ho caro mi si abbruccino le calcagna.
Babbo, disse il terzo, il regno è mio, sono un così solenne poltrone che se dovessi essere appiccato; fossi di già in alto sospeso colla corda attorno al collo e per liberarmi mi si porgesse un affilato coltello, amerei meglio morire che alzar la mano insino alla corda.
Ciò udito il Babbo disse: insuperabile è la tua poltroneria, tu devi essere il Re.