In mezzo a una tribù di turbolenti
Galli incivili, rozzi, e violenti,
sempre in lite fra lor, una Pernice
vivea poco felice.
L’essere donna in mezzo a cavalieri
pronti all’amor, un po’ di civiltà
le faceva sperar, oltre ai doveri
ed ai riguardi d’ospitalità.
Ma questa razza bellicosa e spesso
in furia, non avea pel gentil sesso
il culto e le maniere,
che si usan colle dame forestiere.
Anzi avvenia che spesso la meschina
uscisse spennacchiata da costor;
ma vedendo che quasi ogni mattina
si spennacchiavan anche fra di lor,
si consolò, dicendo che il peccato
non era più di lor che di natura:
Giove non ha creato
tutta la gente sopra una misura.
Questo loro carattere infelice
più che d’odio era degno di perdon:
v’è natura di gallo e di pernice
ed essi i più colpevoli non son.
Ma più merita pena l’Uom che piglia
una pernice, indi ne rompe l’ali
e la rinchiude in mezzo a una famiglia
di torbidi animali.