Faust/Parte prima/Passeggio

Passeggio

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PASSEGGIO.


FAUSTO va e viene pensieroso; MEFISTOFELE

fassegli incontro.

Mefistofele. Per l’amore ributtato! Per gli elementi infernali! Oh, sapessi io qualche più terribile imprecazione!

Fausto. Che hai tu? qual dolore li morde? Ch’io non ho mai vedulo simil ceffo a’ miei dì.

Mefistofele. Io mi vorrei dar subito al diavolo, se non fossi quell’io.

Fausto. Sei tu fuor di cervello? Sta bene a te di entrare in bestia così, simile a un imperversato.

Mefistofele. Pensa un po’ tu, che quelle belle dorerie provvedute per Ghita son ite in bocca a un prete. Sua madre ebbe, io non so come, a por gli occhi sovr’esse, e subito si sentì tutta rimescolare. La è una buona donna che ha buonissimo naso, poichè l’ha sempre penzolone sul libro delle orazioni. Ella si fece ad annasare ad uno ad uno i gioielli per discernere se fosser cosa sacra o cosa profana, e sentì chiaro all’odore che non portavano con sè gran benedizione. Figliuola, diss’ella, la roba di mal acquisto avviluppa l’anima e contamina il sangue. Consacreremo ogni cosa alla Madre del Signore che ne ristorerà con la manna celeste. La Ghituccia arricciò il naso, e diceva a mezza bocca: Egli è un caval donato; e certamente non dee essere un nimico di Dio chi fa di sì bei regali. La madre mandò per un prete, il quale, intesa quella storiella e vedute le gioie, disse: Ben pensato, buone donne; chi si astiene, [p. 132 modifica]guadagna. Così detto intascò fermagli e collana e anella e ogni cosa, giusto come fossero state bazzecole; e non ringraziò più o meno di quel che avrebbe fatto di un cistello di noci. Il cielo ve ne renda il merito, disse: ed esse ne rimasero grandemente edificate.

Fausto. E Ghita?

Mefistofele. Ghita è tutta sturbata; nè sa che si faccia o si voglia. Pensa dì e notte a’ gioielli; e più assai a chi li ha recati.

Fausto. Il travaglio di quella poveretta mi passa il cuore. Va tosto, e procurale nuovi ornamenti; e più ricchi; chè quei primi, vedi, erano dozzinali.

Mefistofele. Oh, sì certo! tutto è balocco da fanciulli per un tanto signore.

Fausto. Va, va; fa quel ch’io ti dico. Mettiti attorno alla vicina; cacciatele in casa; non essere un diavolo di stucco, e reca nuovi regali.

Mefistofele. Sì, magnifico signore, di tutto l’animo. (Fausto parte.) Un pazzo innamorato come costui farebbe volare in aria a modo di razzi e sole e luna e tutte le stelle per dolce trastullo della sua diva.