Strana

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Pur vi rivedo ancor... Perchè?
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STRANA.


Treman le foglie con brivido lento:
Al bosco verde che bisbiglia e posa
          3Narra una storia il vento.

E comincia così: C’era una volta....
E, trepidando all’alitante spiro,
          6Il bosco verde ascolta.


*


Era un’errante e fervida gitana:
Avea la bocca rossa e fulvo il crine,
          9E si chiamava: Strana.

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Un giorno amò. — Fu spasmo e fu dolcezza,
Fu sorriso e delirio, ombra e splendore
          12Di quell’amor l’ebbrezza.

Un altro giorno attese, ed ei non venne.
Attese a lungo, palpitante e muta.
          15Non venne più.... non venne.

Ed essa allor, chinando il volto assorto,
Disse: A che serve trascinar la vita,
          18Quando l’amore è morto?

.... Un alito passò tra fronda e fronda.
D’infinito riposo a lei parlava
          21L’acqua limpida e fonda;

D’oblìo parlava!... E su come lamento
Un susurro venìa: Tutto si spegne
          24Quando l’amore è spento. —

.... La moritura si drizzò fremendo,
Col teso pugno a un’adorata, infida
          27Larva maledicendo;

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Poi com’ebra slanciossi. E su l’effuse
Chiome, e sul niveo corpo disfiorato
          30La fredda onda si chiuse.


*


Narra il vento così. La notte densa
Cala, cinta di nubi, a la foreste,
          33Che abbrividendo pensa.

Ed ecco, a poco a poco il vento sale,
Punge, penetra, sibila, travolge,
          36Fiero scotendo l’ale.

Ed è voce di pianto alta e suprema,
Ed è lungo e gemente urlo d’angoscia,
          39E la foresta trema.

Son palpiti di fronde e son sussulti,
Parole d’ira sibilate a volo.
          42Aneliti, singulti....

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Squallida e nuda, ad un ricordo avvinta,
Via per la selva turbinando aggira
          45L’anima d’un estinta;

E par che gema tra le foglie attorte:
No, non v’è pace!... Amor che avvampa in vita
          48Spasima nella morte.