Fatalità (1895)/Strana
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Pur vi rivedo ancor... | Perchè? | ► |
STRANA.
Treman le foglie con brivido lento:
Al bosco verde che bisbiglia e posa
3Narra una storia il vento.
E comincia così: C’era una volta....
E, trepidando all’alitante spiro,
6Il bosco verde ascolta.
*
Era un’errante e fervida gitana:
Avea la bocca rossa e fulvo il crine,
9E si chiamava: Strana.
Un giorno amò. — Fu spasmo e fu dolcezza,
Fu sorriso e delirio, ombra e splendore
12Di quell’amor l’ebbrezza.
Un altro giorno attese, ed ei non venne.
Attese a lungo, palpitante e muta.
15Non venne più.... non venne.
Ed essa allor, chinando il volto assorto,
Disse: A che serve trascinar la vita,
18Quando l’amore è morto?
.... Un alito passò tra fronda e fronda.
D’infinito riposo a lei parlava
21L’acqua limpida e fonda;
D’oblìo parlava!... E su come lamento
Un susurro venìa: Tutto si spegne
24Quando l’amore è spento. —
.... La moritura si drizzò fremendo,
Col teso pugno a un’adorata, infida
27Larva maledicendo;
Poi com’ebra slanciossi. E su l’effuse
Chiome, e sul niveo corpo disfiorato
30La fredda onda si chiuse.
*
Narra il vento così. La notte densa
Cala, cinta di nubi, a la foreste,
33Che abbrividendo pensa.
Ed ecco, a poco a poco il vento sale,
Punge, penetra, sibila, travolge,
36Fiero scotendo l’ale.
Ed è voce di pianto alta e suprema,
Ed è lungo e gemente urlo d’angoscia,
39E la foresta trema.
Son palpiti di fronde e son sussulti,
Parole d’ira sibilate a volo.
42Aneliti, singulti....
Squallida e nuda, ad un ricordo avvinta,
Via per la selva turbinando aggira
45L’anima d’un estinta;
E par che gema tra le foglie attorte:
No, non v’è pace!... Amor che avvampa in vita
48Spasima nella morte.