Pagina:Negri - Fatalità, 1895.djvu/136

114 Strana

Un giorno amò. — Fu spasmo e fu dolcezza,
Fu sorriso e delirio, ombra e splendore
          12Di quell’amor l’ebbrezza.

Un altro giorno attese, ed ei non venne.
Attese a lungo, palpitante e muta.
          15Non venne più.... non venne.

Ed essa allor, chinando il volto assorto,
Disse: A che serve trascinar la vita,
          18Quando l’amore è morto?

.... Un alito passò tra fronda e fronda.
D’infinito riposo a lei parlava
          21L’acqua limpida e fonda;

D’oblìo parlava!... E su come lamento
Un susurro venìa: Tutto si spegne
          24Quando l’amore è spento. —

.... La moritura si drizzò fremendo,
Col teso pugno a un’adorata, infida
          27Larva maledicendo;