Fatalità (1895)/Non mi turbar...

Non mi turbar...

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Senza nome Va l'onda...

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NON MI TURBAR....


Se qualche volta i tuoi detti d’amore,
          Assorta, io non ascolto,
E m’ardon gli occhi, e insolito pallore
     4M’imbianca il labbro e il volto;

Se, di tutto dimentica, reclino
          La bruna testa, e penso,
Non mi turbar — dinanzi a me, divino,
          8Si schiude un mondo immenso.

Da le nubi squarciate io vedo il sole
          Cinger, nudo e ridente.
Il suol ricco di mirti e di vïole
          12In abbraccio possente;

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E dai fieni falciati, e da le messi
          Mareggianti all’aperto,
Da le chiome de l’elci e dei cipressi,
          16Da l’oasi del deserto,

Dai grandi boschi urlanti al vento iroso
          Con grido appassionato,
Dal fremito d’amor voluttüoso
          20Che ravviva il creato,

Sento, sento salir coi voli erranti
          D’aligere sperdute
Soffii larghi, novelli e trionfanti
          24Di forza e di salute.

Tutto è un fiorir di rose e di speranze,
          Di schiette alme fidenti,
D’opre vittrici e nobili esultanze,
          28D’ingegni e d’ardimenti:

E non più sangue, non più sangue allaga
          La dolorosa terra,
Non più feroce ed inflessibil maga,
          32Spiana il fucil la guerra;

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Non più il pazzo furor de la mitraglia
          Eruttano i cannoni,
Non più volan fra mezzo a la battaglia
          36Le belliche canzoni;

Ma tutto il mondo è patria e tutti un santo
          Entusïasmo avviva,
E di pace solenne e mite un canto
          40Alia di riva in riva.

Fuma il vapor; rompe l’aratro il cuore
          A le zolle feraci,
Rimbomba de le macchine il fragore,
          44Rosseggian le fornaci;

E sul ruggito leonino e rude
          De la terra in fermento
Libertà le sue bianche ali dischiude
          48Fiera squillando al vento.