Fatalità (1895)/Fatalità
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FATALITÀ
Questa notte m’apparve al capezzale
Una bieca figura.
Ne l’occhio un lampo ed al fianco un pugnale,
Mi ghignò sulla faccia. — Ebbi paura. —
5Disse: “Son la Sventura.„
“Ch’io t’abbandoni, timida fanciulla,
Non avverrà giammai.
Fra sterpi e fior, sino alla morte e al nulla,
Ti seguirò costante ovunque andrai.„
10— Scostati!... singhiozzai.
Ella ferma rimase a me dappresso.
Disse: “Lassù sta scritto.
Squallido fior tu sei, fior di cipresso,
Fior di neve, di tomba e di delitto.
15Lassù, lassù sta scritto.„
Sorsi gridando: — Io voglio la speranza
Che ai vent’anni riluce,
Voglio d’amor la trepida esultanza,
Voglio il bacio del genio e della luce!...
20T’allontana, o funesta. —
Disse: “A chi soffre e sanguinando crea,
Sola splende la gloria.
Vol sublime il dolor scioglie all’idea,
Per chi strenuo combatte è la vittoria.„
25Io le risposi: — Resta. —