VI. Di una vedova accesa di voglia con un mendicante

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
VI. Di una vedova accesa di voglia con un mendicante
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Di una vedova accesa di voglia con un mendicante.


Sono gli ipocriti la gente peggiore del mondo; e un giorno si parlava di questa genìa in luogo dove io ero presente, e diceasi che essi hanno ogni cosa in grande abbondanza, e che avidi come sono di dignità e di ricchezze, pure simulando e dissimulando pare che gli onori a malincuore ricevano e solo per ubbidienza a’ superiori. E uno degli astanti disse: — Rassomiglian essi ad un certo Paolo, uomo santo, che abitava a Pisa; un di coloro che si chiamano Apostoli e che sogliono sedere alle porte senza nulla domandare; — e a noi che gli chiedevamo chi fosse: — Questo Paolo, disse, che per la santità della vita era detto il Beato, soleva assidersi alla porta di una vedova che gli dava in elemosina il cibo. Essa, vedendo spesso costui che era assai bello, se ne invaghì, e un giorno, dopo averlo cibato gli disse di venir il dì appresso, che gli avrebbe preparato un buon pranzo; e giacchè egli venne spesso, così un giorno ella lo invitò ad entrare a mangiare dentro la casa, e avendo egli aderito, e quando ebbe il ventre pieno di cibo e di vino, la donna, matta di voglia, lo prese ad abbracciare e a baciare, giurando di non lasciarlo partire, prima di aver tutto fatto; ed egli finse di non voler sapere del giuoco, anzi di detestare [p. 21 modifica]l’acceso desiderio della donna, e alla fine, poichè ella più oscenamente insistette, come se cedesse solo all’importunità della vedova: “Dappoichè, disse, tu vuoi far tanto male, chiamo Dio testimonio, che tutta tua è la colpa, e che io non ne ho. Tu stessa prenditi questa carne maledetta, e sèrviti come meglio ti piace, chè io non voglio neanche toccarla.” E così egli fe’ il piacer della donna, e poichè per astinenza non aveva voluto toccare sè stesso, lasciò a lei tutto il peccato. —