Facezie (Poggio Bracciolini)/5
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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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V
D’uno sciocco che credeva che sua moglie
avesse due cose.
Uno de’ nostri paesani, assai poco furbo, e inesperto nelle faccende d’amore, prese moglie. Ora avvenne che una notte nel letto ella volse la schiena e ’l resto al marito, il quale tuttavia colpì nel segno; onde meravigliato oltre misura si fe’ a chiedere alla donna s’ella mai avesse due di quelle cose; ed avendo ella risposta che due n’aveva: “Oh, oh, disse l’uomo, a me una sola basta; l’altra è di troppo.” Allora la donna, furba, che era amata dal piovano suo: “Possiamo, gli disse, fare con l’altra elemosina; diamola adunque alla chiesa ed al nostro piovano che ne avrà gran piacere, e a te non verrà in danno, poichè una ti basta.” E l’uomo acconsentì e per amor del piovano e per trarsi di dosso quel peso. E così chiamatolo a cena, e narratogli il caso, dopo in tre sul letto si coricarono, la donna nel mezzo e dinanzi il marito e per di dietro il piovano, affinchè si giovasse del dono. Il prete, affamato ed avido di quella pietanza tanto desiderata, attaccò pel primo la sua parte di combattimento, e poichè la donna se la
godeva e lasciava sfuggir qualche rumore, il marito temendo che il prete non passasse nel campo suo: “Bada, gli disse, o amico, di stare a’ patti e servirti della tua parte e lascia stare la mia.” “Che Iddio mi aiuti, rispose il prete, chè la tua non tengo io in gran conto, purchè mi possa godere i beni della chiesa.” Con queste parole si quetò l’uomo sciocco e invitò il piovano a godersi liberamente della parte ch’egli aveva concessa alla chiesa.