Facezie (Poggio Bracciolini)/4
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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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IV
Di un Giudeo che si era persuaso di farsi cristiano.
Molti erano che esortavano un giudeo a farsi cristiano, ma egli non potea risolversi di staccarsi da’ suoi beni; e lo assicuravano che se e’ gli avesse dati a’ poveri, secondo la sentenza del Vangelo, che è verissima, avrebbe in cambio ricevuto il centuplo. Persuaso egli finalmente, si convertì alla fede e spartì i beni suoi fra poveri, malati e mendichi. Poi per circa un mese fu con molto onore ospitato e ricevuto da diversi cristiani e tutti lo accarezzavano e lo plaudivano per quel che aveva fatto. Egli intanto che viveva alla giornata, aspettava di giorno in giorno il centuplo che gli avean promesso, e poichè molti s’eran già stanchi di dargli a mangiare e gli ospiti si facean sempre più radi, così egli cadde in malattia e venne per questa in fin di vita, per un grande flusso di sangue. Disperava egli omai della vita, ed ancora della promessa del centuplo, quando un giorno, per desiderio di prender fiato, uscì
dal letto e venne per sgombrarsi il ventre sul prato di un vicino; ed ivi vuotatosi, cercava d’intorno delle erbe per detergersi, quando trovò un involto di cenci che molte pietre preziose conteneva. Così si fe’ ricco, chiamò i medici, guarì, comprò case e poderi e visse di poi in grande opulenza. E quando tutti gli ripetevano: “Vedi tu, se ti predicevamo la verità, che Dio t’avrebbe restituiti tutti i tuoi beni centuplicati?” “Sta bene, diceva, egli mi rese il centuplo; ma volle prima ch’io mandassi fuori per disotto sangue fino a morire.” Ciò va detto di coloro che son tardi a compiere o a rendere un beneficio.