Facezie (Poggio Bracciolini)/37
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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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XXXVII
Di un frate che fece assai breve sermone.
In un borgo delle nostre montagne, molti erano e da molte parti convenuti alla festa, ed era quella di Santo Stefano. Un frate doveva, com’è costumanza, fare il sermone al pubblico; l’ora era tarda, i preti avean fame, e quando il frate salì sul pergamo, un prete, quindi un altro, lo pregarono all’orecchio, di parlare assai brevemente. Ed egli si lasciò facilmente persuadere. Dopo il breve esordio d’uso: “Fratelli miei, disse, l’anno passato, da questo stesso luogo, allo stesso uditorio, parlai della santità della vita e dei miracoli di questo Santo nostro, e nulla omisi di quelle cose che io udii narrare di lui, o che si trovano scritte ne’ sacri libri; e credo che voi ne conserverete memoria. Ma dopo, poichè non ho udito dire che egli abbia fatto nulla di nuovo, fatto il segno della croce, recitate il Confiteor e le preci che seguono.” E, ciò detto, discese.