CCIV. Pena che fu inflitta ad omicidi Greci e Genovesi.

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CCIV. Pena che fu inflitta ad omicidi Greci e Genovesi.
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CCIV

Pena che fu inflitta ad omicidi

Greci e Genovesi.


Alcuni Genovesi che abitavano Pera (che è una città dei Genovesi vicino a Costantinopoli) essendo venuti a Costantinopoli per ragion di commerci, ebbero contesa [p. 131 modifica]con dei Greci, e in essa alcuni rimasero morti, altri feriti. Essendosi chiesta all’Imperatore di far giustizia di quegli omicidi, egli promise di farla tosto e ordinò che in pena del delitto fosse rasa ai Greci la barba, cosa che presso loro è molto ignominiosa. Il Podestà de’ Genovesi, che era a Pera, credendo di essere burlato, promise a’ suoi compatriotti che egli stesso avrebbe vendicata l’ingiuria che era stata a loro fatta; e dopo qualche tempo entrò con altri Genovesi in Costantinopoli, ed uccisero e ferirono molti Greci. Allora l’Imperatore presentò vivissimo richiamo al Podestà di Pera, chiedendo pena del delitto; e questi promise che avrebbe puniti i colpevoli; e quel giorno che per la pena fu stabilito, prese gli uccisori e gli altri, e li condusse sulla piazza, come se li volesse far decapitare. Ed era accorso a quello spettacolo tutto il popolo di Pera, e tutti aspettavano la punizione; e s’erano ancora i sacerdoti parati con le croci, come se dovessero trasportare i cadaveri; allora il Podestà, imposto il silenzio per mezzo del banditore, fece radere il deretano a tutti i colpevoli, dicendo che i Genovesi portavano la barba non sulla faccia ma sulle natiche. Così fu resa uguale pena ad uguali delitti.