CLXXII. Di un tale che volea farsi credere di una grande castità e che fu sorpreso in adulterio

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CLXXII. Di un tale che volea farsi credere di una grande castità e che fu sorpreso in adulterio
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CLXXII

Di un tale che volea farsi credere

di una grande castità e che fu sorpreso in adulterio.


Un tale nostro concittadino, che voleva sembrare uomo casto e di grandissima religione, fu una volta sorpreso da un amico nell’atto, e fu acerbamente da lui [p. 115 modifica]redarguito che egli, che predicava la castità, cadesse in così brutto peccato: “Oh! oh! rispose; non credere che ciò io faccia per lussuria, ma bensì per domare e macerare questa misera carne e per purgare i reni.” E son così fatti questi pezzi d’ipocriti, che fanno di ogni erba fascio e vogliono sempre coprire con qualche onesto velame la loro ambizione e le loro nefandità.