Etica/Libro Terzo/II

II. - Le definizioni e gli assiomi

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Baruch Spinoza - Etica (1677)
Traduzione dal latino di Piero Martinetti (1928)
II. - Le definizioni e gli assiomi
Libro Terzo - I Libro Terzo - III
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II. — Le definizioni e gli assiomi.

1) Le definizioni del libro terzo hanno per oggetto di introdurre il concetto di passione, connettendolo al concetto della conoscenza inadequata.

Def. 1. Dico causa adequata quella il cui effetto può essere appreso chiaramente e distintamente per mezzo di essa. Causa inadequata o parziale dico quella il cui effetto non può venire inteso per mezzo di essa sola.

Def. 2. Dico che siamo agenti quando avviene in noi o fuori di noi qualche cosa di cui siamo la causa adequata, cioè quando dalla nostra natura procede in noi o fuori di noi qualche cosa che può essere chiaramente e distintamente inteso per mezzo di essa sola. Per contro dico che siamo pazienti quando avviene in noi qualche cosa o dalla natura nostra procede in noi qualche cosa di cui non siamo che causa parziale.

Def. 3. Per passioni (affectus) intendo le affezioni del corpo, dalle quali la sua potenza di agire è accresciuta o diminuita, promossa od impedita e nello stesso tempo (intendo) le idee di queste affezioni.

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La conoscenza adequata è la conoscenza delle cose in Dio. Per mezzo di essa l’uomo sente la sua unità con tutte le cose: allora nulla di ciò che avviene può essergli ostile o straniero: egli vede tutte le cose nella loro necessità divina, che è quella in cui egli stesso è e vive, e perciò non solo consente a ciò che questa necessità vuole, ma vuole egli stesso, perchè lo comprende, ciò che essa vuole. Tutto egli allora può spiegare partendo dal suo io in quanto è unito con Dio: egli è causa adequata di tutto ciò che avviene in lui od a lui e perciò non soffre, ma agisce. Invece nella conoscenza inade­quata l’uomo è (o si crede) circondato da forze straniere che possono favorirlo od osteggiarlo: egli non è causa di ciò che avviene in lui od a lui, è passivo, patisce.

Le affezioni dell’essere nostro, in quanto si tradu­cono sotto l’aspetto teoretico in conoscenze inadequate, si traducono sotto l’aspetto pratico nelle passioni. — Esse possono avere per effetto di promovere il nostro progresso verso la perfezione (cioè verso il conoscere adequato) o di arrestarlo: sopra questa distinzione si fonda la loro differenza di valore. Tutte le passioni costituiscono quindi un’imperfezione: ma non tutte sono assolutamente cattive. — Anche alle conoscenze adequate si accompagnano, come aspetto attivo, dei sentimenti di gioia, di serenità, ecc., che non sono più propriamente passioni, ma espressioni d’uno stato di pura attività; Spinoza li chiama tuttavia ancora, qualche volta, affectus.


2) Postulati (o assiomi). In questi due postulati Spi­noza constata semplicemente due fatti. In primo luogo che il corpo nostro (e così l’essere nostro, perchè alle affezioni corporee si accompagnano le idee corrispondenti) può essere affetto da azioni favorevoli, ostili o indifferenti. In secondo luogo che di queste affezioni possono restare (ed agire) in noi le tracce, le immagini.