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trattarne come si fa comunemente, con rimpianto, con sdegno, ecc. Ciò sarebbe un misconoscere che anch’essa ha un fondamento reale e razionale e un togliere a noi il punto di partenza per penetrare più profondamente in quest’ordine e dissolvere così in noi e nella nostra visione del mondo l’imperfezione che risulta soltanto dal nostro conoscere inadequato. Pur riconoscendo che la realtà immediata non è ancora la realtà correlativa all’intelligenza perfetta, noi dobbiamo però cercare, per quanto ci è possibile, di razionalizzarla, di considerarla freddamente nelle sue ragioni d’essere. Questa conside­razione non la giustifica quanto allo stato d’imperfe­zione in cui ci appare: ma eleva l’intelletto nostro ad una visione più alta, nella quale l’imperfezione creata dal nostro modo imperfetto di vedere le cose, gradatamente si dissolve e scompare.


II. — Le definizioni e gli assiomi.

1) Le definizioni del libro terzo hanno per oggetto di introdurre il concetto di passione, connettendolo al concetto della conoscenza inadequata.

Def. 1. Dico causa adequata quella il cui effetto può essere appreso chiaramente e distintamente per mezzo di essa. Causa inadequata o parziale dico quella il cui effetto non può venire inteso per mezzo di essa sola.

Def. 2. Dico che siamo agenti quando avviene in noi o fuori di noi qualche cosa di cui siamo la causa adequata, cioè quando dalla nostra natura procede in noi o fuori di noi qualche cosa che può essere chiaramente e distintamente inteso per mezzo di essa sola. Per contro dico che siamo pazienti quando avviene in noi qualche cosa o dalla natura nostra procede in noi qualche cosa di cui non siamo che causa parziale.

Def. 3. Per passioni (affectus) intendo le affezioni del corpo, dalle quali la sua potenza di agire è accresciuta o diminuita, promossa od impedita e nello stesso tempo (intendo) le idee di queste affezioni.