Esempi di generosità proposti al popolo italiano/I diritti secondo gli uomini e i diritti secondo Dio
Questo testo è completo. |
◄ | Dolcezza del perdono - XXI | Costanza nel perdono | ► |
Viveva Giacobbe in campagna, e Giuseppe, il suo caro e affettuoso figliuolo, in città; ma non è da credere che questi non andasse di tanto in tanto a vedere il padre; e tanto più volentieri ci andasse, che i ricchi e i grandi a quel tempo amavano la campagna più d’adesso, e sapevano, e però godevano, conversare con gli uomini semplici; e erano così meglio amati, e però più potenti. A Giuseppe poi la campagna era cara, siccome il dolce nido della sua giovinezza, e serena memoria dei suoi trastulli innocenti. E quando vedeva o le gregge pascere per la verdura, o una valletta restringersi e come fuggire tra due belle colline, o i raggi del sole scintillare nell’acque correnti, come se entrassero e uscissero saltellando da quelle, gli venivano in mente tante cose, che non si ricordava più nè della corte nè dei cortigiani: e gli pareva essere allora liberato di carcere, e respirare aria pura. Co’ fratelli usava parole e modi di fratello, nè si ricordava ch’egli fosse l’offeso da loro già, nè fosse signor grande adesso. E s’asteneva eziandio dal mostrarsi troppo tenero e troppo umile verso di loro, perchè questo stesso poteva adombrarli e richiamare il passato amaramente. Non è vero quello che dicono: «Perdonare, sì; ma dimenticarsi dell’offesa, no». Chi non sa dimenticarsi, non sa perdonare. E il vero pentimento, l’affetto vero, fanno questo miracolo, che l’offensore e l’offeso diventano come uomini nuovi, e si vogliono in certo modo più bene di prima. Giacobbe, il povero padre, godeva di questa concordia, più ancora che dell’aver riavuto il suo diletto Giuseppe.
Un giorno vengono di fretta al palazzo e annunziano a Giuseppe che il padre era malato grave. Giuseppe prese seco i due suoi figliuoli, Efraimo e Manasse, che ricevessero la benedizione del santo vecchio, e udissero le ultime sue parole. Perchè le parole delle persone amate e venerate sono la più preziosa eredità delle anime nostre. Quando videro que’ di casa Giuseppe di lontano venire, e’ dissero al vecchio Giacobbe: «Ecco, viene il vostro figliolo Giuseppe». Il vecchio si confortò; e lo messero a sedere sul suo letticciuolo. Entrato che fu Giuseppe da lui il padre lo riconobbe alla voce, perchè gli occhi suoi erano illanguiditi dalla grande vecchiaia. Ma, vedendo come due ombre i due giovanetti, disse al figliuolo: «E questi?». Rispose: «Sono i miei figliuoli che Dio mi ha dato in questo paese». Disse il vecchio: «Accostali, Giuseppe, a me: ch’io li benedica». Quando gli furono accanto ambedue dall’una sponda del letto, li baciò e abbracciò, e disse al figliuolo:
«Iddio m’ha dato di rivederti in questa vita e anche m’ha dato di vedere i figliuoli del mio Giuseppe». Poi ch’e’ li ebbe abbracciati, Giuseppe li tolse soavemente dal seno del padre, e, tutto commosso nell’anima, s’inginocchiò a piè del letto, e s’inchinò al padre suo, il quale stese la mano tentoni, e trovò il capo del suo Giuseppe chinato sul letto. Allora Giuseppe prese Efraimo e lo pose alla sua diritta, cioè alla sinistra di Giacobbe; e pose Manasse alla sua sinistra, cioè alla destra del padre, e li accostò, che potesse il vecchio arrivarli ambedue con la mano. Perchè Manasse era il primogenito, e Efraimo il secondo; e Giuseppe desiderava che del primo figliuolo fosse la prima benedizione. Ma Giacobbe stese la sua man destra e la pose sul capo d’Efraimo, e la sinistra su quel di Manasse. E diede la sua benedizione ai figliuoli di Giuseppe, e disse così: «Iddio, nel cui cospetto camminarono per diritto cammino i padri miei, Abramo ed Isacco, Iddio che mi guida e sostiene dalla mia infanzia insino al presente, l’Angelo che mi liberò da tutti i mali, benedica a questi fanciulli. E il nome mio giovi ad essi come memoria di benedizione, e il nome d’Abramo e d’Isacco, padri miei; e crescano contenti in bene e in amore». Or Giuseppe, vedendo che suo padre aveva posato la mano diritto sul capo d’Efraimo, gliene seppe male, e prese la mano del padre per levarla dal capo d’Efraimo e posarla sul capo a Manasse. E disse al padre: «Così no, padre mio. Perché il mio primo è Manasse. Posate la mano diritta sul capo di lui». E Giacobbe disse: «Lo so, figliuol mio, lo so: e ti dico che anco Manasse avrà discendenza benedetta; ma il suo fratello minore sarà più grande di lui».
Questo insegnamento non ci è dato a caso. Iddio non guarda ne l’ordine del tempo, nè alle apparenze del mondo, nè alle costumanze degli uomini; ma distribuisce i suoi doni secondo i suoi fini sempre pii e sapienti. Gli uomini, coi loro diritti di primogenitura e di preminenza, vorrebbero ridurre a protocollo la grazia di Dio e stipularla per man di notaro. Ma poi, quando vediamo alcuno posposto e sottostante, pensiamo che Dio nell’altra vita, e forse anco in questa, può presceglierlo e dargli più autorità e fama e contentezza di cuore al paragone di coloro che intendevano poterlo vilipendere e malmenare.