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la prima benedizione. Ma Giacobbe stese la sua man destra e la pose sul capo d’Efraimo, e la sinistra su quel di Manasse. E diede la sua benedizione ai figliuoli di Giuseppe, e disse così: «Iddio, nel cui cospetto camminarono per diritto cammino i padri miei, Abramo ed Isacco, Iddio che mi guida e sostiene dalla mia infanzia insino al presente, l’Angelo che mi liberò da tutti i mali, benedica a questi fanciulli. E il nome mio giovi ad essi come memoria di benedizione, e il nome d’Abramo e d’Isacco, padri miei; e crescano contenti in bene e in amore». Or Giuseppe, vedendo che suo padre aveva posato la mano diritto sul capo d’Efraimo, gliene seppe male, e prese la mano del padre per levarla dal capo d’Efraimo e posarla sul capo a Manasse. E disse al padre: «Così no, padre mio. Perché il mio primo è Manasse. Posate la mano diritta sul capo di lui». E Giacobbe disse: «Lo so, figliuol mio, lo so: e ti dico che anco Manasse avrà discendenza benedetta; ma il suo fratello minore sarà più grande di lui».
Questo insegnamento non ci è dato a caso. Iddio non guarda ne l’ordine del tempo, nè alle apparenze del mondo, nè alle costumanze degli uomini; ma distribuisce i suoi doni secondo i suoi fini sempre pii e sapienti. Gli uomini, coi loro diritti di primogenitura e di preminenza, vorrebbero ridurre a protocollo la grazia di Dio e stipularla per man di notaro. Ma poi, quando vediamo alcuno posposto e sottostante, pensiamo che Dio nell’altra vita, e forse anco in questa, può presceglierlo e dargli più autorità e fama e contentezza di cuore al paragone di coloro che intendevano poterlo vilipendere e malmenare.