Dignità de’ pensieri

../Misericordia agli afflitti ../Valore guerriero IncludiIntestazione 10 giugno 2008 75% Saggi

Misericordia agli afflitti Valore guerriero


[p. 83 modifica]In questo soprastanno a tutte le religioni alterate dagli uomini la rivelazione mosaica, e ancora più la rivelazione cristiana; soprastanno in questo, che raccomandano e aiutano la perfezione dell’uomo in quelle cose alle quali [p. 84 modifica]le religioni alterate dagli uomini non credono sia possibile pervenire. Onde Mosè nel nome di Dio comanda che chieggasi perdono e facciasi ammenda anco di quelle colpe che l’uomo per ignoranza commise, e del non aver adempita qualsiasi parte de’ divini precetti anco per semplice negligenza.

«Il sacerdote ch’è eletto a purificare il popolo, se con le proprie colpe o pur con le trascuratezze, l’induce a peccato o a pericolo di peccato, offra, per il male fatto, un vitello senza macchia e tinga il dito in quel sangue, e sette volte lo spruzzi verso il velo del santuario, e ne metta da’ lati dell’altare ove egli offre l’incenso». Il qual sangue era imagine del sangue purissimo di Gesù, sacerdote eterno, che si doveva offrire per le debolezze e le ignoranze dell’umanità tutta quanta. Così, se il popolo per ignoranza infrangesse un precetto, offriva simile sacrifizio, un vitello; ma il governante del popolo offriva un capro per le ignoranze sue in quanto cagione di colpa.

«L’uomo che avrà profferita promessa di fare una cosa, e dimenticatosene, e che poi se ne ricordi, costui si penta, e offra a Dio agnello o capra, o se altro non può, due tortore e due colombe, o un po’ di farina. E il sacerdote ori al Signore per esso». Nè solo per avere perdono facevasi offerte, ma e per rendere grazia, ch’era preghiera più gentile, perchè non la moveva il bisogno.

La legge mosaica curava la perfezione del cuore: perchè nel cuore è la radice ond’esce nella luce del dì questa pianta del vivere umano; nascosta radice, ma che pur regge il valido tronco, e comunica co’ lontani rami, e fa nascere la bellezza de’ fiori, e conduce a maturanza le frutta. Per riconoscere come quella legge curasse la perfezione del cuore, leggiamo là dov’è scritto: «Non avere [p. 85 modifica]astio al fratello nel tuo cuore; ma, se hai da dirgli di giusto rimprovero, riprendinelo schiettamente». Perchè, non far male alla persona odiata, non basta; bisogna, oltre a questo, non solamente non voler male; anzi pregare e curare che male non le accada, e se le accadesse, sentirne sincero dolore. Piuttosto che covar rancore, meglio è dire franco la sua ragione in presenza di gente onesta e quieta. A questo modo più beni s’avranno: avremo il bene che quel tarlo nascosto uscirà da noi, e ci lascerà più tranquilli: avremo il bene, che dovendo esprimere in parole il sentire nostro, e non le trovando accomodate a dirlo convenientemente, o non le trovando efficaci a comunicare altrui quel dispiacere o sdegno che ci agita, allora cominceremo ad accorgere che il nostro dispiacere o sdegno ha qualcosa d’ingiusto: avremo il bene, che, dovendo dire in altrui presenza le nostre ragioni, impareremo a moderare il linguaggio: avremo il bene che acquisteremo coraggio a significare aperto l’animo nostro, anzichè mascherarci come sogliono i vili: avremo il bene che gioveremo a colui del quale abbiamo a dolerci, mostrandogli i torti suoi senza risentimento, e senza ch’egli ne tragga pretesto a offenderci peggio, e così nuocere a se medesimo più che a noi.

Altro precetto di generosità e di coraggio «non dir male del sordo»; e vuol dire: di chiunque non possa sentire quel che voi dite, non possa intenderla per il suo verso, e però nè rispondere nè giovarsene. Biasimare dietro alle spalle o alla macchia, è cosa, se non dannosa, inutile al biasimato, e è cosa vile.

A tutti insieme i precetti della sua legge vuole Iddio che abbiasi l’occhio: e che dichiariamo l’uno con l’altro, e li temperiamo e li rinforziamo. E dice: «Se nell’opere [p. 86 modifica]adempirai e se custodirai in cuore, tutti i comandamenti miei; benedetto sarai in città, benedetto ne’ campi; benedetto il frutto delle tue viscere, benedetti i frutti e della terra e della greggia tua: benedetto quello che alle necessità pel tuo vivere sopravanza. Benedetto sarai nell’entrare e nell’uscire: i nemici che t’insorgano contro, per una via verranno contro di te, per sette vie fuggiranno dalla tua faccia. Aprirà Dio, tesoro suo ricchissimo, il cielo, per distribuire in tempo le acque alla terra che sarà fecondata dal tuo lavoro; e manderà su tutte le opere delle tue mani benedizione; e come l’aria che tu respiri benedizioni circonderanno la vita tua».

Poi seguono maledizioni a chi manca: e di queste la legge cristiana è più parca, ch’è legge di misericordia e di carità.