Er tistimonio culàre

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti caudati letteratura Er tistimonio culàre Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Lo sbarco fratino Le seccature der primo piano
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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ER TISTIMONIO CULÀRE1

     Io stiede2 llì a ffumà ssu li scalini
De la locanna un par d’orette toste,3
E vvedde4 partì a ffuria5 pe’ le poste
Er zegretario de Monzù Rreggnini.6

     Oggi ho ssentito poi ch’ebbe le groste
Pe’ vviaggio da una bbanna d’assassini,
Che stanno apparecchiati a li confini
Sempre come la tavola dell’oste.

     Disce che cce perdé ppuro7 li pieghi.
Ma in questo parla bbene er locanniere:
“De le carte chi vvoi che sse ne freghi?.„8

     Eppoi, sai che ggran carte! Er Re de Francia
Che mmanna ar Re de Napoli un curiere
Pe’ ffajje accommidà9 ccerta bbilancia.10

28 agosto 1835

Note

  1. Oculare.
  2. Stetti.
  3. Un paio d’ore e più.
  4. Vidi.
  5. Partire in gran fretta.
  6. Il conte Rigny, pari di Francia e ministro dalla marina di quel regno.
  7. Pure.
  8. Chi vuoi che se ne curi?
  9. Per fargli accomodare, racconciare.
  10. Bilancia politica delle potenze meridionali contro quelle del nord. Si pretese essere il ministro venuto in Italia, onde chiedere personalmente al Papa e al Re di Napoli la cessione dei porti di Civitavecchia e di Gaeta.