Er gioco der marroncino
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ER GIOCO DER MARRONCINO.[1]
Volemo dà ddu’ botte a mmarruncino?
G. A ppagà.
N. A ggode.[8]
G. Come se’ attacchino![9]
N. Tirate er fiato a voi.[10]
G. Che ddichi? Hai sete?[11]
R. Eh zitti, buggiaràvve a quanti séte!
Su, aló,[12] fammo la conta:[13] pe’ dda Nino.[14]
...Venti. Una, dua, tre... tocca ar Paìno.
Po’ Nino, po’ vièngh’io, po’ tu e Vva’-a-mmète.
P. Er bòccio a mé. De cqui.[15] Senza giuchetti,[16]
N. Senza strucchietti,[16]
R. E ttiro pe’ llevà,[16]
G. No’ ppe’ strucchià...[16]
V. Dì, aó, ddove te metti?
G. San guercino.[17]
V. Va’ ar zegno.
G. E nnun sta cqua?
V. Accidentacci a tutti li ggiacchetti!
Quanto se’ fesso![18] er zegno eccolo llà.
G. Ma cciài[19] da capità
Un giorno o ll’antro ggiù ppe’ Bborgo-Novo...
V Mo sta a mmene. – Accusì mmé l’aritrovo.[20]
V. Nun me movo.
N. So’ pprimo.
R. So’ ssiconno.
V. Io terzo.
G. Io cuarto.
P. Io cuinto.[22]
N. Eh nnun fà er mucchio tant’in arto.
P. Che, ttienete l’apparto
De queli siti che vve pare a vvoi?
N. Be’, schiaffelo[23] peccristo indove vòi.
G. Batte.[24]
R. ...Dègheta![25] A noi:
Vedémo un po’ ssi[26] cce[27] so cojje[28] io...[29]
G. Tu nnun hai smosso er mezzo-bboécco mio.[30]
R. Pòzzi[31] morì ttu’ zio,
Chi arifiata?[32] E ttu arza:[33] sce vò tanto?
G. Arma.
V. Santo.
P. Io vojjo arma.
R. Arma.
N. E nnoi santo.[34]
R. Mezzo e cche ssì.[35]
P. De cuanto?
G. Arzo, tiengo da Roscio, e ffo dde dua.[36]
P. Frulla,[37] madetta[38] l’animaccia tua.
...Ah pporcaccio de ua![39]
Cór carcio farzo?[40] Gargantacci[41] neri.
V. Tu vo’ fà curre li carubbigneri.[42]
P. Vòi rubbà come gglieri?[43]
G Mommó ll’hai da sentì si che cconnessa[44]...
R. Oé er chirico[45] sona: annàmo[46] a mmessa.
22 agosto 1830.
Note
- ↑ Giuoco che si eseguisce da due o più persone con un ciottoletto o altro pezzetto di pietra, il più che si può rotonda, gettandolo ad una certa distanza, e procurando di lanciarvi vicini de’ baiocchi. [Ma il gioco non finisce qui, come si vedrà dal sonetto e dalle note successive. In spagnolo si chiama marro, e marron il ciottolo con cui si eseguisce. In Toscana par che si dica fare a rivoltino; ma manca ai vocabolari, compreso il Rigutini-Fanfani, il quale registra un gioco un po’ somigliante detto del sussi, ma non questo. Per altri riscontri, o varianti, si veda il Pitrè, Giuochi Fanciulleschi; Palermo, 1883; pag. 98.]
- ↑ [Ci giocano.]
- ↑ [In romanesco, tutti i nomi personali maschili che prendono la desinenza vezzeggiativa in ino, come Ghetanino, Giuvannino, ecc., possono accorciarsi in Nino, dal quale poi si forma Ninetto e Ninaccio. Nina invece, ordinariamente, è accorciamento di Caterina soltanto.]
- ↑ [Va’-a-mietere.]
- ↑ [V. la nota 2 del sonetto: Er guitto ecc., 17 febb. 30.]
- ↑ [Il valletto, il groom. E deriva dall’inglese jockey, con ravvicinamento però alla giacchetta corta, che si chiama appunto giacchetto.]
- ↑ [Si para: si mette i paramenti sacri. Pararsi, in questo senso, manca a’ vocabolari comuni, compreso il Rigutini-Fanfani, ma si usa anche in Toscana.]
- ↑ A godere. [Cioè: “A mangiar poi in comune la vincita.„]
- ↑ Sei cavilloso.
- ↑ Sorbite voi l’insulto.
- ↑ Equivoco di sete (volontà di bere) e siete.
- ↑ [Dal franc. allons.]
- ↑ [Facciamo la conta, che a Firenze si dice: “facciamo al tócco,„ cioè a chi tocca d’esser primo, secondo ecc.]
- ↑ Chi ha il punto al conto, getta il ciottolo, detto bòccio o marrone, e poi vi manda appresso il suo baiocco. — Pe’ dda Nino, cioè: “S’incomincia a contare da Nino.„
- ↑ Destina il posto donde ciascuno scaglierà la sua moneta vicino al ciottolo.
- ↑ 16,0 16,1 16,2 16,3 Quattro specie di proteste concomitanti certe esecuzioni, le quali senza quelle formule sarebbero nulle.
- ↑ Sei ceco?
- ↑ Spiacevole.
- ↑ Ci hai.
- ↑ Altra formula come alla nota 16.
- ↑ Férmati.
- ↑ È fatto l’ordine di successione al tirare. L’Ultimo, cioè colui che mandò la sua moneta più distante dal marrone, raccoglie le monete, e fattone un cumulo, lo situa dove vuole, affinchè il Primo vi batta sù col marrone, lanciandovelo sopra in modo sì netto e vibrato, che mova tutte le sottoposte monete. Se il colpo esce vano, passa il diritto di colpire al Secondo, e poi ecc.
- ↑ [Schiaffalo], ficcalo.
- ↑ L’Ultimo ha situato il cumulo di monete e comanda al Primo di battere.
- ↑ Quasi “Fiasco!„ Il Secondo, contento che il Primo abbia fallito il colpo, fa quella esclamazione e si accinge egli a battere.
- ↑ Se.
- ↑ Ci.
- ↑ Cogliere.
- ↑ Batte.
- ↑ Ecco il caso del non movimento di tutte le monete. [Mezzo-boécco: mezzo baiocco.]
- ↑ Possa.
- ↑ Chi si oppone?
- ↑ La moneta non mossa è lanciata in aria dal signore di essa.
- ↑ Mentre la moneta sta per lanciarsi, sino al punto in che ritocca il suolo, ciascuno fa le sue scommesse sulla faccia che mostrerà dopo caduta, cioè arma o santo (lettere); e qui giova avvertire che le vittorie di tutto il giuoco consistono in quest’alternativa.
- ↑ Scommette mezzo baiocco, che verrà ciò che ha detto chi scagliò la moneta: qui è arma.
- ↑ Lo scagliatore scommette anch’egli, conformando la scommessa di Roscio, e scommette di moneta doppia.
- ↑ La moneta nell’aria deve brillare, frullare, onde si tolga il sospetto di arte nella caduta favorevole a chi la lanciò.
- ↑ Maledetta.
- ↑ [Da uva, cioè: “sozzo in estremo grado.„ Forse perchè i porci, quando possono, dànno addosso all’uva, di cui son ghiotti; o perchè un tempo usasse dargliela per ingrassarli, specialmente quando negli anni di grande abbondanza, per il difetto di facili comunicazioni, non si sapeva che farne: “della quale misera ricchezza vivono ancora molti testimoni.]
- ↑ [Col calcio falso?] Coll’inganno?
- ↑ Fraudolenti.
- ↑ Carabinieri.
- ↑ Ieri.
- ↑ Percossa.
- ↑ Chierico.
- ↑ Andiamo.