Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 98
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A FltATE KAISMONDO DA CAIHJA de’ rniTJ PREDICATORI.
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I. Lo prega a predicare la parola dì Dio con tiva fede, ron spcranza, carità e fortezza, senza timore servile, e singolarmente appresso il sommo pontefice.
Ai nome di Jes’L Cristo crocifìsso e di Mania dolce.
I. ilarissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi vasello di dilezione, e con fuoco portare, e con ardire annunciare la Veritàseminare il seme della parola di Dio in ogni creatura, e singularmcnte ora per lo presente al nostro dolce Cristo in terra. Su, padre e figliuoli carissimi, andatemi come banditori poveregli, portando con voi la ricchezza della fede e della speranza, e con la fortezza e ligame della carità. Ricordovi di quella parola che disse la prima e dolce Verità.
figliuoli miei, chi vuole altro diletto c conforto? chi sarà colui che caggia in timore? colui che non si confida, ma non colui clic muoja di fame dell’ onore di Dio e della sa-
05 lule dclTanime, e sarà consumato nel fuoco della divina carila, bugnato ed annegato, e consumato nel sangue dello svenato Agnello. Oimè, oimè, disavventurata l’anima mia, che io muojo e non posso morire!
il cuore si divide; Tossa si distendono, non avendo il tempo desideralo. Poniamo che la prima Verità voglia cominciare a producere i fiori, non basta però a me, perocché del fiore non si vive, ma de’frutti. Dico, padre e figliuoli miei, ajutate a me misera, che muojo di fame: pregale la prima dolce \erità, che ci doni de’fruiti senza indugiare. Altro non dico. Permanete nella sanla e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.