Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 97
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» ‘ 58 v * * f ili r l . t t . 1 « , Mli A FRATE RAIMONDO DA CAPUA . ì « . ■ ’« dell’ ordine de’ predicatori (J).
J. Lo prega assieme eoo altri suoi figliuoli spirituali, ad aooegarsi nel saague di Gesù Cristo per acquistare l’amore di Diodei prossimi,, cou la saota umiltà e con fortezza, nelle leu* tazioni.
il. Gli notifica ima grazia impetrata da Dio colle sue orazioui per uo giovine perugino, cioè, uua felicissima morte, dorcnd’isegli tagliare la testa. , 97.
di nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. ^dilettissimo e carissimo padrefigliuolo mio caro in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Jesù Cristo, scrivo a voi, raccomandandomivi nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio, con desiderio di vedervi affocato ed annegato in esso dolcissimo sangue suo, il quale sangue ò intriso con fuoco dell’ardentissima carità sua. Questo desidera l’anima mia, cioè di vedervi in esso sangue voi, e Nanni, cd Jacomo figliuolo (lì).
fuoco, inestimabile amore, poiché l’anima mia sarà beata di vedervi così annegati, io voglio che facciate come colui che altigne l’acqua colla secchia, il quale la versa sopra alcuna altra cosa; x: così voi versate 1’ acqua del santo desiderio sopra d capo de’fratelli vostri, che sono membri nostri ligati nel corpo della dolce Sposa, e guardale che per illusione di dimoino., le quali so òhe vi hanno dalo impaccio, e daranno, o per detto d alcuna creatura, voi non vi tirate mai a dietro, ma sempre perseverate ogni otta che vedeste la cosa più fredda, infino che vediamo spargere il sangue con dolci * ed amorosi desiderj. Su, su, padre mio dolcissimo, e non dormiamo più, perocché io odo novelle, che io non voglio più nò letto, nò stati. Io ho cominciato già a ricevere uno capo nelle mani mie, il quale mi fu di tanta dolcezza, che’l cuore noi può pensare, nè lingua parlare, nè l’occhio vedere, nè 1 orecchie udire.
Andò il desiderio di Dio tra gli altri oiislerj fatti innanzi, i quali io non dico, che troppo sarebbe longo.
feci; poi la mallina innanzi la campana andai a lui, e ricevette grande consolazione: menailo a udire la messa e r’ceVelte la santa-comunione, la quale mai più aveva ricevuta. Era quella volontà accordala e sottoposta alla volontà di Dio, e solo v* era rimasto uno limore di non essere forte in su quello punto; ma la smisurata ed allocata bontà di Dio, lo ingannò creandoli tanto affetto ed amore nel desiderio di Dio, che non sapeva stare senza Jui, dicendo: Sta meco, e non mi abbandonare, e così non slato altro che bene, e muojo contento, e teneva il capo suo in sul petto mio. Io allora sentiva uno giubilo ed uno odore del sangue suo, e non era senza l’odore del mio, il quale io desidero di spandere per lo dolce sposo Jesù, e crescendo il desiderio neH’anima mia, e sentendo il timore suo, dissi: confortali, fratello mio dolce, perocché tosto giongiaremo alle nozze: tu v’andarai bagnato nel sangue dolce del Figliuolo di Dio col dolce nome di Jesù, il quale non voglio che l’esca mai dalla memoria, ed io t’aspetto al luogo della giustizia. Or pensate, padre e figliuolo, che il cuore, suo perdette allora ogni limore, e la faccia sua si trasmutò di tristizia in letizia, e godeva, esultava e diceva: Unde mi viene tanta grazia? che la dolcezza dell’ anima mia in’ aspetterà al luogo santo della giustizia: vedete che era giunto a tanto lume, che chiamava il luogo della giustizia santa, e diceva!
martire, ma prima che io giognesse a lui io mi posi giù, e distesi il collo in sul ceppo, ma non vi venne, che io avessi pieno T alletto di me: ivi suppregai, e costrinsi, e dissi Ma* ria, che io voleva questa grazia, che in su quello punto gli desse uno lume ed una pace di cuore, e poi
io gli facesse il segno della croce; e ricevuto il segno, dissi io giuso; alle nozze, fratello mio dolce, che tosto sarai alla vita durabile. Posesi giù con grande mansuetudine, ed io gli distesi il collo, e chinammi giù, c rammentalli il sangue dell’Agnello. La bocca sua non diceva se non Jesù e Catarina, e così dicendo ricevetti il capo nelle mani, mie, fermando l’occhio nella divina bontà’, e dicendo: Io voglio. Allora si vedeva Dio ed uomo, come si vedesse la chiarità del sole, e stava aperto e riceveva il sangue; nei sangue suo uno fuoco di desiderio santo dato e nascosto nell’ anima sua per grazia riceveva nel iuoco della divina sua carità. Poiché ebbe ricevuto il sangue ed d desiderio suo, ed elli ricevette l’anima sua, la quale mise nella bottiga aperta del costato suo pieno di misericordia, manifestando la prima Verità, c
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T occliio ed il capo a diclto inchinando chi 1’ ha accompagnata, e con Tallo dimostra segni di ringraziamento.
Riposto che fu, l’anima mia si riposò in pace ed in quiete in tanlo odore di sangue, che io non potevo-sostenere dà levarmi il sangue che mi era venuto addosso di lui. Oimò, misera, miserabile, non voglio dire più, rimasi nella terra con grandissima invidia; e parmi chela prima pietra sia già posta, e però non vi maravigliate, se io non v’impongo altro, se non di vedervi annegali nel sangue e nel fuoco che versa il costato del Figliuolo di Dio. Or non più dunque, negligenzia, figliuoli miei dolcissimi, poiché’1 sangue* comincia versare ed a ricevere la vita. Jesù dolce * Jesù amore. V G3 Annotazioni alla Lettera 97* (A) Non si ha notizia del tempo in cni fu scritta questa lettera e nemmeno del quando cadesse il fatto che qui si rapporta d’un nobile govine perorino per nome Niccolò lurlo io Siena, condannato a morte dall Ordine così detto de’riformatori, per avere sparlato del Governo, il quale per dolore del trovare sì rigida giustizia, noo sapendo disporsi a morire cristianamente, vi fu indotto dalla santa!
esempi di tal rigore assai ìiscontrnnsi nelle storie sanesi.
(B) Poi, e Nanni, cd Jacomo figliuolo. Questi due furono probabilmente dello stesso sagro Ordine de’predicatori e compagni a questo santo uomo.