Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 194

A misser Trinci de' Trinci da Fuligno - Lettera 194
Lettera 193 Lettera 195

[p. 262 modifica]262 . A MISSER TRINCI DE’ TRINCI DA FULIGNO (A) E A CORRADO SUO FRATELLO.

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L L’esorta, ad esser ferì serri di Dio legati col legame della ca ità.

II. Della forza di qaesto legame conosciuta nell1 incarnazione e crocifissione del figliuolo di Dio, manifestandoci esso la volontà e la verità dell’Eterno Padre.

III. Io qual modo Cristo esaltato sopra la croce tirò a sè ogni cosa. * IV. Che l’amor proprie, e delle creature ci vieta il conoscere qnesta verità.

V. Li esorta a vivere cello stato che sono, e nel matrimonio col santo timor di Dio e colla considerazione di G. C.

VI. Li esorta ad esser fedeli alla santa Chiesa, il cui servizio è rimunerato da Dio secondo l’amore che in noi si ritrova.

VD. Che con la speranza e con la fede nutriscano la loro famiglia nel sangue di Gesù Cristo.

%tttzxa 194 f&tt& m nstxu^t Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissimi fratelli in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo con desiderio di vedervi veri servi di Cristo crocifisso, e legali nel legame dolce della carità, il qual legame legò Dio neH’uonio [p. 263 modifica]263 e l’uomo 111 Dio, e fu per sì fallo modo perfetta questa unione, che nè per morte, nè per neuna altra cosa si potè separare.

II. O dolce e vero legame, grande è la forza tua, in tanto che tenesti confìtto e chiavellato Dio ed uomo in su’l legno della santissima croce; perocché nè chiovo, nè altro ferro era sufficiente a tenerlo, se lo amore dell’onore del Padre e della salute nostra non l’avesse tenuto. Si forte fu, carissimi fratelli, questo amore e sì perseverante, che nè dimonia, nè altre creature il potero allentare, che quest’amore non perseverasse.

Le creature non lo allentarono, nè allentano per le ingiurie che gli erano fatte, e che noi gli facciamo, nè per ingratitudine loro, nè nostra; nò le dimonia, perocché molestando noi non lo impediscano che egli non ami; nè abbandonò l’obbedienzia del Padre Eterno, ma perseverò infino alla morte della croce. Questo dolce ed amoroso verbo unigenito Figliuolo di Dio con molta perseveranzia e pazienzia ci manifesta la volontà e la verità dolce del suo Padre Eterno. La volontà sua è la nostra santificazione, questa è la verità, e per questo fine ci creò Dio, cioè perchè fussemo santificati in lui a loda e gloria del nome suo., ed acciò che noi godessimo e gustassimo la eterna sua visione. O dolcissimi e carissimi fratelli, io voglio che ragguardiate l’abbondanzia e l’abisso della sua carità, però che, perchè l’uomo era accecato e diventato ignorante per la colpa sua, e non cognosceva questa dolce venlà e dolce volontà di Dio, però si volle umiliare all* uomo. 0 miserabile superbia, bene si debba vergognare l’anima d’insuperbire dove Dio è umiliato, ed hacci donato il verbo velato e vestito della nostra umanità. Or chi può aggiongere solo alla considerazione di vedere l’altezza di Dio discesa a tanta bassezza, e legatosi nel1’uomo e T uomo in Dio? Aprite, aprite l’occhio dell’intelletto e vederete quella abbondanzia del sangue del figliuolo di Dio, però che l’aprilura del corpo suo [p. 264 modifica]264 ci ha fallo manifesto che Dio ci ama inestimabilmente, e non vuole altro che il nostro bene, però che se elli avesse voluto altro,.non ci averebbe dato sì fatto ricompratore. 0 inestimabile e dolcissima carità; la caverna del corpo tuo è aperta per lo calore del fuoco deU’amore della nostra salute. Tu, Dio eterno,se’ fatto visibile, e dato ci hai il visibile prezzo, acciò che la bassezza dell’intelletto nostro non abbi scusa di non potersi levare, però che, tu se’ fatto basso, ed insiememente la bassezza è unita coll’altezza..

III. Così dunque per forza d’amore si levi lo intelletto e T affetto dell’ uomo,, cognoscendo in te la bas* sezza della tua umilia, ed a cognoscere l’altezza ed eccellenzia della tua carità, deità eterna: così dicesti In,- dolce ed amoroso Verbo; Se io sarò levalo in alto,,ógni cosa tirarò a me. Quasi f volesse dire questa dolce verità eterna; se io sarò abbassato alla umiliazione della obrobriosa morte della croce, io trarrò i cuori vostri all’altezza della divinità e carità increata; perocché tratto il cuore dell’ uomo, si può dire che sia. tratto tutto.d’ affetto, e le potenzie dell’anima con tutti li eserciti spirituali e temporali. Ed anco perchè ogni cosa creata è fatta in servizio dell’uomo; tratto dunque l’uomo è tratto tutto. E però disse: Se io sarò levato in alto, ogni cosa trarrò a me.

IV. Bene è dunque da aprire l’occhio dell’intelletto re ragguardare l’affetto del suo Creatore. Voglio dunque che pensiate, carissimi fratelli, che quando l’occhio dell*intelletto è offuscato coll’amore proprio sensitivo, non può cognoscere questa verità; perocché come l’occhio infermo pieno di terra e di carne 11011 può vedere la luce del sole, così l’occluo dell’anima non può vedere se egli è ricoperto di terra di disordinato amore ed affetto del mondo, cioè di queste cose transitorie che passano come il vento, e se egli è ricoperto d’ affetto carnale non vivendo onestamente, ma disonestamente, s’involge nel loto della carnalità, la quale miseria fa diventare l’uomo animale bru[p. 265 modifica]265 to, e toglieli il lume ed il cognoscimento. Questi cotali dico, che non possono cognoscere questa verità, ed anco sono fatti amatori della bugia e seguitano le vestigie del padre loro, cioè il dimoino, che è padre delle bugie. * V. Voglio dunque che leviate l’occhio dell’intelletto, e 1’ amore da queste cose transitorie e da ogni vizio carnale, e purifichiate l’anima vostra col mezzo della santa confessione. Non dico però che lasciate lo stato vostro più che lo Spirito Santo ve ne spiri, ma voglio che leniate col santo timor di Dio virilmente stando come uomini virtuosi, e non come stolti eri animali, tenendo con giustizia e con benignità i sudditi vostri; e lo stato del santo matrimonio tenerlo, e non vogliate contaminarlo, cioè romperlo per niuno appetito disordinato; ma raffrenare i sentimenti vostri con la memoria del sangue di Cristo e dell’ unione della natura divina unita con la natura umana. Vergogna rassi allora la miserabile carne vostra di venire a tanta miseria, e sentirà l’odore della purità avendo questa santa considerazione, e con riverenzia e timore di Dio starà nel santo matrimonio; ed abbiate in riverenzia, 1 dì che sono comandali dalla ^anta.Chiesa (B).

Facendo così sarete arbori fruttiferi, ed il frutto che uscirà d_voi sarà buono e renderà gloria e loda al nome di Dio, e sarete mestati nell ai boro della vita Cristo dolce Jesù; il quale vi legarà ili quello legame fort^r dell’amore ch’il tenne confitto e chiavellato in croce;- e così partecipai ete questa fortezza essendo legati con Dio e col prossimo con questo dolce legame, in lanto che non sarà nè diukuio, nè creatura che ve ne possa trarre, che voi non siate forti e perseveranti in fino alla morte, nè per ingratitudine delli uomini cui voi servissi, i quali fossero ingrati terso di voi, nè per diverse e molte cogitazioni che il dimonio vi mettesse nel cuore d’odio, o di molti dispiacimenti del prossimo vostro, non allenterà però l’amore, nè vi torrà la fortezza, essendo uniti e legati [p. 266 modifica]a66 nel legame «Iella cariti» come detto c; anco sarete veri servi di Cristo crocifisso nello stato vostro, iu altro modo non potrpte participare la vita della grazia.

E però vi dissi, che io desideravo di vedervi veri servi di Cristo crocifisso legati nel legame dolce della carità. Spero nella bontà di Dio, che adempirete la volontà sua ed il desiderio mio, e questo farà per. la sua bontà e per lo servizio. che fate alla dolce sposa sua, perocché egli è lo Dio nostro grato e cognoscente a. coloro ch’il servono, VI. Molto gli sono grati tutti li servizj che noi gli facciamo, ma tra gli altri che gli siano molto grati è quello che si fa in servizio della santa Chiesa in qualunque modo ed in qualunque stato noi le serviamo.

È vero che quanto più l’uomo le serve con ischietto cuore, e senza alcun rispetto, tanto egli è più piacevole, nondimeno ognuno gli è piacevole, ed è misurato secondo la misura dell’amore, e come egli remunera il servizio, così punisce l’offesa, e come egli è più remunerato colui cbe più serve, così è pii, punito colui che più offende. Questo perchè? Perché serve il sangue di Cristo, e disserve il sangue di Cristo; e però seguita più remunerazione e più punizione, Dunque, dolcissimi fratelli in Cristo dolce Jest, siatemi servi fedeli a Cristo crocifisso cd alla dolce sposa sua, e così gustarete e cognoscerete la volontà eterna di Dio, la quale non vuole altro cli

la nostra santificazione; e come detto è ce l’ha mostrata con la bassezza della nostra umiltà e col sangue dolce sparto per noi con tanto fuoco d’amore.


VIT. Lavatevi dunque per fede e speranza nel sangue di Cristo crocifisso, p con questa dottrina ini tri cate la famiglia vostra. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Josù dolce. Jesù amore, [p. 267 modifica]Annotazioni alia Lettera 19-1.

(A) La famigli! de* Trinci tenne lungo tempo in signoria la città di Foligno; e al tempo di 9. Caterina, Trincio, il maggiore dei due fratelli coi ella qni ieri re, dominava. Nella ricolta di gran parte dello Stato della Chiesa a papa Gregorio, Trincio si tenne fedele tlla parte ecclesiastica; ma sollevatosi il popolo ad istigazione dei Fiorentini uccise Trincio (n agosto 1377I); pero Corrado suo fratello, scorsi appena tre mesi, ricupero la terra della quale fu poi da Bonifacio IX confeimata ai Trinci la signoria.

(B) Ed abbiate in rivere stia i dì che sono comandati dalla tanta Chiesa. Qoantnnque non siavi precetto, consigliasi però dalla Chiesa e da’ padri la continenza a’ ccojngati ne* dì solenni, a riverenza de’ mister) che si celebrano; onde anco il paroco ne) dar loro la sacra benedizione dee esortarli a ciò, giusta I’ ordinazione cbe De tengono da sagri canoni.