Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 153
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5o A SUOR BARTOLOMEA DELLA SETA NEL MONaSTERIO DI SANTO STEFANO IN PISA.» ■ .. /I t : .
I. Desidera vederla con nn vero e perfettissimo lume, mostrando come qnesto ci fa conoscere ed odiare la propr’n sensualità, e conoscere ed amare la duina bontà, ed arrivare all’acquisto della perfezione.
Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. Ìlarissima figliuola in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi con vero e perfettissimo lume, il quale lume ci tolle la tenebre e dirizzaci per la via della verità!
facci cognosciare la nostra imperfezione ed il danno che te ne seguila, e 1’ eccellenzia della perfezione, e quanto è utile a noi e piacevole a Dio; e però da questo lume veniamo all’ odio perfetto della propria sensualità e della imperfezione, e veniamo ad amore della virtù, intantochè veruna cosa può cercare, volere o desiderare 1’ anima se non quello che la facci venire a virtù: non rifiuta pene nè fadighe, anco l’abbraccia e dilettasi in esse, perchè vede bene che per altra via non può compire il desiderio suo d’acquistare quella virtù che ama, ed ella si fa una strada della dottrina di Cristo crocifisso, seguitandola con ansietato desiderio: ella non si reputa di sapere altro che Cristo crocifisso: la sua volontà non è sua, perocché ella T ha morta ed annegata nella dolce volontà di Dio, nella quale volontà s’è unita per affetto d’amore, e con lui fa mansione, perocché allora Dio è nell’anima per grazia, e l’anima è in Dio. Ella levasi sopra di sè, cioè sopra il ^sentimento suo sensitivo, e gusta la dolcezza della Verità eterna, la quale verità cognobbe nella dolce volontà di Dio col lume della fede; e vide nel sangue dell’Agnello, che la sua volontà non vuole altro che la nostia santificazione.
La verità sua è questa, che egli ha creato l’uomo alla imagine e similitudine sua per darli vita eterna, ed acciocché renda gloria e loda al nome suo. Per la colpa di Adam, questa verità non si adempiva.nell’uomo, e però egli ci donò il Verbo dell’ unigenito suo Figliuolo, ponendogli quella grande obbedienzia, che col sangue suo ricomprasse il Figliuolo dell’ umana generazione, ed egli, come innamorato, corse all’obbrobriosa morte della santissima croce, e non ritrasse la sua obbedienzia per morte, per pena, nò riraproverio, nè per lusinghe che ricevesse, ma come valente e virile capitano fece ancudine del corpo suo; nè anco si ritrasse per nostra ingratitudine. Così fa l’anima, che col lume ha cognosciuta questa verità: ella non si ritrae per mormorazioni, nè per battaglie del dimonio, nè per tenebre di mente, nè per la fragile carne che impugna contro lo spirito, ma tutte queste cose si mette soito a’ piei dell’affetto. Ella è costante e perseverante, che tanto gode quanto si vede sostenere.
Bene è dunque da cercare questo vero e perfetto lume, e con odio levare da noi quella cosa che cel tolle, cioè l’amore proprio di noi medesimi. A questo odio verremo, quando staremo serrati nella casa del cognoscimento di noi, dove trovaremo l’amore ineffabile che Dio ci ha, col quale amore cacciaremo l’amore proprio di noi, perocché l’anima che si vede amare, noa può fare che non ami: allora s’infonde uno lume 52 .
soprannaturale nell’occhio dell’intelletto nostro, col quale lume veniamo ad ogni perfezione-, ma senza il lume non vi verremmo mai, e però dissi ch’io desideravo di vedervi còn vero e perfettissimo lume. Di questo voglio che vi studiate, quantunque potete d’averlo in voi, ec. Permanete nella santadolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.
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