Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 13
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A GREGORIO XI. (4) 1. Esorta il papa a deporre ogni timore ed amore terreno, ed a mostrarsi forte e costante in adempire la volontà di Dio, la quale richiede prima che si tolgano gli abusi e le iniquità di coloro che governano la Chiesa, e lo prega perciò ad esercitare 1’ autorità che Dio gli ha data, li. Che il papa si pacifichi con la Toscana, dandole però il dovuto castigo.
Al nome di Jesù,. Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. filantissimo e dolcissimo padre, la vostra indegna e miserabile figliuola Caterina in Cristo dolce Jesù, vi si raccomanda nel prezioso sangue suo con desiderio di vedervi uomo virile senza veruno timore, o amore carnale proprio di voi medesimo, odi veruna creatura congiunta a voi per carne, considerandovedendo io nel cospetlo dolce di Dio, clic veruna cosa v’impedisce il santo buono desiderio vostro, ed ò materia d’impedire l’onore di Dio eia esaltazione e riformazione della santa Chiesa, quanto questo. Però desidera l’anima con inestimabile amore, che Dio per la sua infinita misericordia vi tolga ogni passione c tepidezza di cuore, e riformivi un altro uomo, cioò di riformazione d’affocato cd ardentissimo desiderio, che in altro modo non potreste adempire la volontà
79 di Dio, ed il desiderio de’servi suoi. Oimè, oimè, babbo mio dolcissimo, perdonate alla mia presunzione di quello ch’io vi ho dello, e dico: son costretta dalla dolce prima verità di dirlo: la volontà sua, padre, è questa, e così vi dimanda. Egli dimanda che facciate giustizia dell* abbondanzia delle molte iniquità che si commettono per coloro che si notricano e pascono nel giardino della santa Chiesa, dicendo che l’animale non si debba nutricare del cibo degli uomini; poiché esso v’ha data l’autorità, e voi l’avete presa, dovete usare la virtù e potenzia vostra, e non volendola usare, meglio sarebbe a refulare quello che è preso (B); più onore di Dio e salute dell’anima vostra sarebbe.
II. L’altra si è, che la volontà sua è questa, e così vi dimanda; e.li vuole che vi pacifichiate con tutta la Toscana, con cui avete briga, traendo di tutti quanti li vostri iniqui figliuoli che hanno ribellato a voi, quello che se ne può trarre, tirando quanto si può senza guerra, ma con punizione, secondo che die’fare il padre al figliuolo quando 1’ ha offeso: anzi addimanda la dolce bontà di Dio a voi che piena autoritate dale a coloro che vi dimandano di fare i fatti del passaggio santo (C), che è quella cosa che pare impossibile a voi e possibile alla dolce bontà di Dio, che ha ordinalo e vuole che sia così; guardate quanto avete cara la vita, che non cu commettiate negligenzia, nè lenele a beffe le operazioni dello Spirito Santo che sono addimandate a voi che’l potete fare. Se voi volete giustizia, la potete fare, pace potrete avere traendone fuora le perverse pompe e delizie del mondo, conservando solo l’onore di Dio, il debito della santa Chiesa; autorità, di darla a coloro che ve la dimandano, anco l’avete; adunque poiché non dete povero, ma ricco, che portate in mano le chiavi del cielo, a cui voi aprite è aperto, e a cui voi serrate è serrato, non facendolo ricevereste reprensione da Dio. Io, se fossi in voi. temerei che’l divino giudicio non venisse sopra di me, e però vi preigo dolcissimamente da parte 8o di Cristo crocifisso, che voi siate obbediente alla volontà di Dio, che so, che non volete nè desiderate altro che di far la volontà sua, acciocché non venga sopra di voi quella dura reprensione. Maladetto sia tu, che ’1 tempo e la forza che ti fu commessa, tu noti l’hai adoperala. Credo, padre, per la bontà di Dio, ed anco pigliando speranza della vostra santità, che voi farete sì, che questo non verrà sopra di voi. Non dico più perdonatemi, perdonatemi, che’l grande amore che io ho alla salute vostra, ed il grande dolore quando veggo il contrario, mel fa dire; volentieri l’avrei detto alla vostra propria persona per scaricare a pieno la coscienzia mia; quando piacerà alla vostra santità ch’io venga a voi, verrò volentieri: fate sì, che io non mi richiami a Cristo crocifisso di voi, che ad altro non mi posso richiamare., che non ci è maggiore in terra.
Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio; umilmente v’addimando la vostra benedizione; Jesù dolce, Jesù amore. 81 Annotazioni (dia Lettera 13.
(A) Sembra scritta al pontefice già tornato a Roma.
(/) Meglio sarebbe a refutare quello che è preso. Con queste parole sembra la santa esortare il pontefice Gregorio ad abbati* donare il pontificato, «e colla vigilanza domta non \olea provvedere ai bisogni della Chiesa (i). Già per aulico uso ( ’ntralasciato però, come credasi a qncl secolo ) obbligavansi i sommi pontefici a non abbandonare la cura della Chiesa, ed a non depoi re il pontificato nella professione, che della fede loro facevano dopo la elezione, leggendomi la segaenle protesta. Profiteor libi Fetre apostoloruni prinerps, sancLrqite tucv ecclesia?, quam hodie tuo presidio regendam suscipio, quod qunndiu in hamisera vita constilatus filtro ipsam non deseram, non relinquam, non ahnegabo, non abdicabo aliquatentis, nec ex. quacumque causa, ciiìuscumque inetiis vel perieli!/ occasione dimUtnni, nec me segregabo ah ipsa (2). Ciò però dee intendersi, se la Chiesa contenda loro la rinunzia, giacché contrariando questa non può egli partirsi dalla cura e dall’uffizio commessogli. 3Ia dandos per la Chiesa il cousentimento una tal rinunzia non gli è disdetta. Quindi è, che con poca avvedutezza calunniarono alcuni il pontificato di Bonifacio Vili come non legittimo, volendo che il santo pontefice Celestino non atesse po* 111 to sottrarsi da quella dignità suprema, e pei conseguente, che la elezione del successore fosse di ninn valore: giacché la renunzia di quello fu accettata, ed approvata dalla Chiesa; onde e legittime-mente dalla dignità l’uno si ritrasse, e legittimamente ’i fa l’altro promosso. Potè adunque la santa scrivere al pontefice che meglio sarebbe a refutare quello eh1 è preso, che non adempiere le parti che gli si conveniano, quando però la Chiesa glielo consentisse; non potendo egli abbandonarla, se repugni, ne essa cacciarlo, se noi consenta.
(C) Piena autoritate date a coloro, che. vi dimandano ni fare i fall» del passaggio santo, Nel i3^7 non tì ebbe altro passaggio che quello di 5oo cavalieri ed altrettanti frati serventi inviati a Kodi per difenderla dall’ invasione de’Turchi. Altra impresa non ebbe luogo per la inimicizia de’ Fiorentini che durava, e per le guerre insorte tra’Francesi e gli Inglesi; tra la repubblica di Venezia e quella di Genova.
(0 Jo. Caro, in Not. ad Diur. Rom. Pontif. .
(1) Ex Liurno Rom. Pontif.
S. Caterina da Siena. Opere T. III.
6 82 A GREGORIO XI. (-0 I. La benignità e 1 amore, essere il modo più facile, con cui il papa possa guadagnare i figliuoli ribelli, imitando il Verbo ditino, che con l’amore stabilì la pace tra Dio e 1 uomo.
II. Raccomanda efficacemente gli ambasciatori sanesi, scusandoli de’ loro errori. , HI. Prega il papa a punire i difetti dei pastori ed officiali della . Chiesa.
Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. tantissimo e reverendissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, indegna vostra figliuola, serva e schiava dei servii di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi ricevere vera e perfetta pace dalli suddetti e figliuoli vostri, tornando al giogo della santa obbedienza, sicché voi potiate vivere con pace e quiete nell’anima e nel corpo, e Dio per la sua bontà inestimabile e carità infinita mi dia grazia, eh’ io vi vegga quel mezzo, d quale facciate pacificare l’anime con Dio della guerra che hanno per li difetti suoi commessa contra la sua ineffabile bontà e contra la santità vostra; e non dubito, che facendosi questa pace, sarà pacificata tutta Italia l’uno coll altro. 0 quanto sarà beata l’anima mia, che io vegga per mezzo della sanlibile e benignità vostra, legati l’uno coll’altro per unione d’amore. Sappiale, santo padre, cliin