Epistolario di Renato Serra/A Luigi Ambrosini - 8 settembre 1903
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Cesena, 8 settembre 1903.
Carissimo,
ho ricevuto ieri la cartolina, ma solo oggi le bozze1, che ti rimando. Ho aggiunto qualche correzione, sfuggita, qualcuna proposta di mio, e rassettate le tue secondo il più comune metodo tipografico. Spero andranno bene; a ogni modo rivedile. T’accludo anche, in tutta fretta, una serie di lievi ritocchi, non perchè tu voglia sconciare con le mie baie la tua bella e pura poesia, ma per segnarti qualche luogo che potrebbe risponder più schiettamente agli altri, e per soddisfare un poco il desiderio invincibile, di tutti i "grammaticuzzi" che non sanno tenersi dal metter le mani a provar di accomodare al loro gusto qualunque pezzo, che paia un po’ meno felice, di una cosa che piace. Questo perchè tu non giudichi male le mie proposte. Dei versi poi che t’ho a dire? Per gli sciolti non ho che a ripetere quel che te n’ho già detto altra volta: meravigliosi - di forma purissima e di viva anima poetica; gli altri rispondono a loro, per la schiettezza del dire quasi sempre, sepsso per il fior dell’imagine o del sentimento, come fratelli, forse, di rinnovato vigore. Vaghissimo di tutti il son. alla luna; le strofette brevi, e l’altro chiaro di luna e d’amore. Meno bene "alla morte" (vedo un brutto "dileguare", e nel sonn. Sarò ecc. il sorriso arguto: cambia). Mandami spesso cose tue altre e tali, che farai un vero gratissimo piacere all’amico tuo.
Presto scriverò e manderò qualche cosa mia.
Note
- ↑ Si tratta delle bozze dell’opuscolo poetico Intermezzo, stampato dalla Società Tipografica Cooperativa di Fno nel 1903, e dedicato nel "giorno di lor nozze", 26 settembre 1903, "alla contessina Margherita Castracane degli Antelminelli, e al conte Mario Panicali". Sono sedici pagine non numerate con dieci componimenti, che risentono del Petrarca, dell’Alfieri, del Foscolo, del Leopardi e specialmente del Carducci, di cui era scolaro l’Ambrosini. Il quale ha tenuto conto solo in parte delle correzione poste dal Serra. Del volumettino fa parte una alcaica Redeuntes amores, che deve essere quella cui allude il Serra nella lettera del 20 aprile 1903.