VIII

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VII IX
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VIII.


Troppo de’ baci tuoi questa leggiadra
    Isola nostra, o padre sole, opprimi:
    Baci dico, e dovrei strali chiamarli,
    Perchè il soverchio amore odio diventa,
    5E per quindici immani ore alle amate
    Glebe incombendo, ogni fecondo germe
    Nel caro grembo isterilisci e uccidi.
    Oh, come tarda agli assetati arbusti
    Che tu raccorci il corso, e l’odorosa
    10Pioggia d’ottobre i dolci parti avvivi!
    Simile a te solea dentro al mio petto
    Infuriar ne’ caldi anni l’amore,
    Sì che la mente mia torbida e attorta
    Da voraci fantasime giacea,
    15Quasi ignara di sè, dentro al gran foco.
    Spirò l’autunno alfine, e l’estuose
    Fiamme temprate, rischiarommi il core:

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    Amor con me sen viene, e saltellando
    Cauto pe’ campi, con sagace mano
    20Qualche bel pomo alla mia sete appresta.