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340 | Epigrammi |
Il baluardo mio: tal da una parte
Sopra il vallo s’inarca un picciol ponte,
10Per cui senza contesa entra, e signora
D’ogni mia forza la Beltà troneggia.
VIII.
Troppo de’ baci tuoi questa leggiadra
Isola nostra, o padre sole, opprimi:
Baci dico, e dovrei strali chiamarli,
Perchè il soverchio amore odio diventa,
5E per quindici immani ore alle amate
Glebe incombendo, ogni fecondo germe
Nel caro grembo isterilisci e uccidi.
Oh, come tarda agli assetati arbusti
Che tu raccorci il corso, e l’odorosa
10Pioggia d’ottobre i dolci parti avvivi!
Simile a te solea dentro al mio petto
Infuriar ne’ caldi anni l’amore,
Sì che la mente mia torbida e attorta
Da voraci fantasime giacea,
15Quasi ignara di sè, dentro al gran foco.
Spirò l’autunno alfine, e l’estuose
Fiamme temprate, rischiarommi il core: