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IV.


Canta sarchiando i lieti orti il villano,
    Che alle fatiche sue docile mira
    Rispondere la terra, e qui di miti
    Erbaggi il solco tempestivo ornarsi,
    5Là sorridente d’odorose poma
    Il frugale alberel piegar le braccia.

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    Ahi, non così da’ travagliosi amori
    Pronta mercede il pensator raccoglie!
    Dal generoso ventilabro ei sparge
    10Per l’ampia terra i semi; e quando alcuno,
    Spinto dall’aura in meno avara gleba,
    Rigoglioso germoglia, e una straniera
    Gente assapora l’inatteso frutto,
    Dagli anni vinto e dall’oblio, nel sordo
    15Sen della terra il pensator si giace.