Elegie romane/III/In San Pietro (I)
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IN SAN PIETRO
Per la profonda nave, che tanta ne’ secoli accolse
2anima umana e tanta nube serrò d’aroma,
svolgesi il grave coro da bocche invisibili. Un rombo
4l’organo a tratti caccia da la sua selva ascosa.
Cupo ne l’ombra il rombo propagasi giù pe’ sepolcri:
6pajon tremar da l’imo le portentose moli.
Vegliano al sommo i magni pontefici benedicendo:
8stanno a le ferree porte gli angeli ed i leoni.
Come solenne il canto! Da l’onda eguale una voce
levasi, con un alto melodioso grido.
Piange la voce, e al mondo rivela un divino dolore.
Sgorgan le note, calde, quasi lacrime.
Piange la voce, sola. Non ode nel gelido sasso
il Palestrina? Sola piange la voce; e al mondo
narra un divin dolore. Non ode il sepolto? Non balza
l’anima sua raggiante su l’ideali cime,
quasi colomba alzata a voi su pinnacoli d’oro?
Piange la voce, sola, nel silenzio.