Elegie romane/III/In San Pietro (II)

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IN SAN PIETRO

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L’absida è nel mistero raccolta. Un’ombra rossastra
     2occupa il vano. Al fondo luce il metallo, enorme.

Sorgono scintillando per l’ombra le quattro colonne
     4che nel pagano bronzo torse il Bernini a spire.

Sopra la croce il grande miracolo pende, che in terra
     6offre a la faticosa anima umana un cielo.

Lampade tutte d’oro in torno a la duplice scala
     8ardono, dove il sesto Pio reclinato prega.

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Muti, il mistero e l’ombra s’addensano in velo di morte.
     10L’ora si perde. Un passo va lontanando: tace.

Ma di repente il Sole, fierissimo violatore,
     12(oh trionfate nubi pe ’l ceruleo

giugno!) fendendo l’ombra dal culmine, investe la fredda
     14tomba ove Paol terzo, calvo e barbato, siede.

Sotto il suo bacio, come un tempo nel letto del Borgia,
     16rosea nel marmo vive Giulia Farnese ignuda.