Elegia del Baccalà

Giovanni Mazier

1894 Indice:Mazier - Passatempi de Tasi Nane, Venezia, Visentini, 1894.pdf poesie Elegia del Baccalà Intestazione 21 agosto 2024 75% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Passatempi de Tasi Nane


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Elegia del Baccalà


(Parodia del cul di Teresina)


Canti Ariosto l’Orlando Furioso,
     Canti Manzoni della fin di Cristo,
     Altri canti con stil tutto amoroso,
     Altri in pacato tuon o alquanto tristo
     Ed altri canti istorie e verità
     Io per me canto sol del Baccalà.

Mi si condoni in secol sì decrepito,
     Ch’altri noma il secolo dei lumi,
     S’io modesto e senza strepito
     Canto di cotesti rancidumi
     Ma è lecito cantar quel che si sa
     Ed io cantar vo’ del baccalà.

Far l’elogio si suol d’un professore
     Si rammenta un artefice eccellente,
     Un’opera sublime di scultore,
     Un uomo insigne ogni nomar si sente,
     E chi di voi desìo non mostrerà
     Ch’io faccia l’elegia del baccalà.

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Non è sì bianco delle agnelle il latte,
     Nè così bianco il molle giglio appare,
     Nè di Venere son le carni intatte
     A chi brama piacer talor gustare,
     Nè si candido latte in terra sta
     Come il latte dell’anglo baccalà.

Bello è veder il ciel, bello è vedere
     La terra quando fa ritorno aprile,
     Bello è scoprir l’arcane cose e vere
     Mostrar altrui la forza lor virile,
     Bello l’amore e bella l’amistà
     Ma assai più bello in piatto il baccalà.

Il fiero pino allor che appar sul monte
     Non ha il volto sì snello e disinvolto,
     Le antenne di San Marco, a voi già conte,
     Non han lo sguardo al ciel sì ben rivolto.
     Ne s’ergono giammai con tal maestà
     Come ritto vedete il baccalà.

Di Strasburgo le torte ed i bodini,
     Il di Biffi già noto panettone,
     Di Marsala, di Cipro, i veri vini,
     Ciò che al pranzo trovossi d’Epulone,
     Niente infatti raggiungere potrà
     Il gusto immenso ognor del baccalà.

Bertini1 allor che nelle vaste idee,
     Giudice fu, nei nostri pranzi eletto,
     Dovette giudicar dopo di me,
     E Trincanato, che fra voi non metto,2
     Se giudice lo chiamo, egli darà
     Il primato per sempre al baccalà.

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Lorquando Adamo fu da Dio scacciato
     Perchè die’ fede alla consorte stolta
     Se baccalà avesse egli mangiato
     Il pomo avria gustato un’altra volta;
     E sì che pria sentito aveva già
     Il simpatico odor del baccalà.........

Quando Giuseppe Ebreo fuggì le voglie
     Della padrona e del lascivo invito
     Il mantello lasciava in sulle soglie,
     Velocemente non sarìa fuggito,
     E ver lei corso sarìa, già lo si sa,
     Se avesse inteso odor da baccalà.

Salve per sempre o per te non mai
     Passi l’età che l’appetito manca
     Venerato da me sempre sarai
     E per gustarti mia bocca invero stanca
     Credilo amato ben, giammai sarà,
     Simpatico, sublime baccalà.


Note

  1. Magazziniere della Ditta Palazzi e custode degli ogli.
  2. Magazziniere della Ditta Palazzi negoziante in baccalà, oglio e salumi.