El tuo bel dir liggiadro ver' me piove
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Questo testo fa parte della raccolta XXIII. Tenzoni di rimatori perugini/VII. Tenzone tra Gilio Lelli, Trebaldino Manfredino e ser Cecco Nuccoli
3 — SER CECCO
Si accende di passione per le parole di Trebaldino.
E1 tuo bel dir liggiadro ver’me piove
si spesso, ch’él convèn ch’io prenda in presta
de le tuoi dolce rime, e faccia festa
4teco, bel frate, puoi ch’a ciò ti move.
Ond’io ti prego che me diche dove
tu vuol’ch’io vegna o da terza o da sesta,
che mill’anni me par ch’io só’ tua vesta
8dimore quanto vói’: non penso altrove.
Però ti prego che tu non sie lento
a far quel, che v’è scritto in questo foglio,
11da po’ che io servirte non pavento.
Ma io del tempo perduto mi doglio,
per ch’io non t’ho servito volte cento,
14tu grane sempre dov’io gioglio.
Vostro mi fo en monte, en cost’e en piano,
da poi che col bel dir teco m’attecco;
dimme ove vegna, e sucheraime ’l becco.