El libro dell'amore/Oratione VI/Capitolo XIII
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Ma in che modo queste ragioni sieno nell’animo pare appresso Platone ambiguo. Chi legge que’ libri che Platone scripse in gioventù, come è el Fedro, Fedon’ e Mennone, stimerà forse quelle essere dipinte nella substanza dell’anima da principio, come figure in tavola, secondo che di sopra più volte da me e da voi è tocco, perché così pare che Platone in que’ luoghi accenni. Dipoi questo huomo divino, cioè Platone, nel sexto libro della Republica aprì la sua sententia, dicendo che il lume della mente allo intendere tutte le cose è quel medesimo Iddio che fa tutte le cose, e aguaglia insieme el sole e Iddio in questo modo: che quale rispecto ha el sole agli occhi tale alle menti ha Iddio. El sole genera gli occhi e dona loro virtù di vedere, la qual virtù sarebbe invano e in sempiterne tenebre, se non s’appresentassi a·llei el lume del sole dipinto di colori e figure di tutti e corpi, nel quale lume l’occhio vede e colori e le figure de’ corpi. E in verità non vede altro ch’e·lume benché paia che vegga varie cose, perché el lume che a·llui s’infonde è ornato di varie forme di corpi; l’occhio vede questo lume in quanto si riflecte ne’ corpi, ma essa luce nel fonte suo non può comprendere. Similmente Iddio crea l’anima e donagli la mente, la quale è virtù d’intendere, e questa sarebbe vota e tenebrosa se il lume di Dio non gli stessi presente, nel qual’e’ vega di tutte le cose le ragioni, sì che intende per lume di Dio e solo questo lume intende, benché paia ch’e’ conosca diverse cose, perché intende decto lume sotto diverse idee e ragioni di cose.
Quando lo huomo con gli occhi vede l’uomo fabrica nella fantasia la imagine dell’uomo, e rinvolgesi a giudicare decta imagine. Per questo exercitio dell’animo dispone l’occhio della mente a vedere la ragione e idea dello huomo che è in esso lume divino, onde subitamente una certa scintilla nella mente risplende, e la natura dello huomo veramente di qui s’intende; e così nell’altre cose avviene. Adunque ogni cosa per lume di Dio intendiamo, ma esso puro lume nel fonte suo in questa vita non possiamo comprendere. In questo certamente consiste tutta la fecondità dell’anima: che ne’ suoi segreti seni risplende quella eterna luce di Dio, pienissima delle ragioni e idee di tutte le cose, alla quale luce l’anima qualunque volta vuole si può voltare per purità di vita e attentione di studio, e, rivoltata, a quella risplende di scintille delle idee.