El libro dell'amore/Oratione VI/Capitolo IV

Oratione VI - Capitolo IV

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Di sette doni che discendono da Dio agli huomini per ’l mezzo de’ ministri di Dio.

L’idee di tutte le cose sono nella mente divina, e a queste servono gl’iddii mondani, e a’ doni degli iddii servono e demonii; perché dal sommo grado allo infimo della natura tutte le cose per debiti mezzi passano, in tal modo che quelle idee, che sono concepti della mente divina, comunicano agli huomini e loro doni pe ’l mezzo degli iddii e de’ demoni. E questi doni principalmente sono sette: sottilità di contemplare, potentia di governare, animosità, chiarezza di sensi, ardore d’amore, acume d’interpretare, fecondia di generare. La forza di questi doni Iddio principalmente in sé contiene, dipoi concede questa a’ sette iddii che muovono e sette pianeti, e da noi si chiamano angeli sette, che intorno al trono di Dio si rivoltano, in modo che ciascuni ricevono d’uno dono più che d’un altro secondo la proprietà di sua natura. E quegli iddii distribuiscono e doni agli ordini de’ demonii a·lloro sottoposti, secondo la proportione medesima. Certamente Iddio infonde questi doni agli animi da principio, quando da lui nascono; e gli animi, discendendo ne’ corpi dal cerchio lacteo per cancro, si rivolgono in uno celeste e lucido velame, nel quale rinvolti ne’ terreni corpi si rinchiudono; perché l’ordine naturale richiede che l’animo purissimo non si congiunga a questo corpo impurissimo se non per mezzo d’uno puro velame, el quale essendo men puro che l’animo e più puro che questo corpo, è stimato da’ platonici comodissima copula dell’animo col corpo terreno.

Di qui adviene che gli animi de’ pianeti agli animi nostri, e i corpi loro a’ corpi nostri, confermano e fortificano quelle sette dote che da principio da Dio ci furono date. Al medesimo uficio attendono altretante nature di demonii che stanno in mezzo tra’ celestiali e gli huomini. El dono della contemplatione fortifica Saturno per mezzo de’ dimoni saturnini; la potentia del governo e dello imperio Giove col ministerio de’ suoi gioviali demoni, e similmente Marte pe’ martiali favoreggia la grandezza dello animo; e ’l Sole con l’aiuto de’ demoni solari aiuta la clarità de’ sensi e dell’oppinione, onde seguita lo ’ndivinare, e Venere pe’ venerei incita all’amore; Mercurio pe’ mercuriali desta allo interpretare e pronumptiare; la Luna ultimamente mediante e suoi lunari demoni l’uficio della generatione augmenta. E benché a tutti gli huomini concedino facultà di queste cose, nientedimeno a coloro più in spetialità conferiscono, nella conceptione e nascimento de’ quali, secondo la dispositione del cielo, hanno più dominio. Le quali cose benché in verità venendo da dispositione divina sieno honeste, nondimeno possono qualche volta disoneste parere, quando noi non le usiamo rectamente; il che è manifesto nell’uso del governo, animosità, amore e generatione. Adunque lo instinto d’Amore, per abbreviare, è dal sommo Iddio e da Venere, che si chiama iddea, e da’ suoi venerei demoni concesso. E perché da Dio discende egli si può chiamare iddio, e perché da’ demonii si conferma si può chiamare demonio. Per la qual cosa ragionevolmente da Agatone si chiama iddio, e da Diotima demonio; io dico demonio venereo.