El libro dell'amore/Oratione IV/Capitolo IV
Questo testo è completo. |
◄ | Oratione IV - Capitolo III | Oratione IV - Capitolo V | ► |
L’anima subito da Dio creata, per uno certo naturale instincto in Dio suo padre si converte, non altrimenti che il fuoco, per forza de’ superiori generato in terra, subito per impeto di natura a’ superiori luoghi si dirizza; sì che l’anima inverso Iddio rivolta, da’ razzi di Dio è illustrata. Ma questo primo splendore quando si riceve nella substanza dell’anima, che era per sé sanza forma, doventa scuro, e tirato alla capacità dell’anima, doventa proprio a·llei e naturale; e però per esso, quasi come a·llei equale, vede sé medesima e le cose che sono sotto lei, cioè e corpi, ma le cose che sono sopra lei per esso non vede. Ma l’anima per questa prima scintilla diventata già propinqua a Dio, riceve oltr’a questo un altro più chiaro lume pe ’l quale le cose di sopra conosca. Ha adunque due lumi, uno naturale l’altro sopra naturale, pe’ quali insieme congiunti, come con due alie, possa per la regione sublime volare. Se l’anima sempre usassi el lume divino, con esso alla divinità sempre s’accosterebbe, onde la terra d’animali rationali sarebbe vota.
Ma la divina providentia ha ordinato che l’animo di sé sia signore, e possa alcuna volta amendua e lumi, alcuna volta l’uno de’ dua usare. Di qui adviene che per natura l’animo rivolto al proprio lume, lasciando el divino, si pieghi inverso sé e inverso le forze sue che al reggimento del corpo s’apartengono, e desideri queste sue forze mettere ad effecto nel fabricare e corpi. Per questo desiderio, secondo e platonici, l’animo gravato ne’ corpi discende, dove le forze del generare, muovere e sentire exercita, e per la sua presentia adorna la terra, infima regione del mondo. La quale regione non debba mancare di ragione, acciò che nessuna parte del mondo sia dalla presentia de’ rationali viventi abbandonata, sì come l’Autore del mondo, alla similitudine del quale el mondo è facto, è tutto ragione. Cadde l’animo nostro nel corpo quando, lasciando el divino lume, solo si rivolse al lume suo, e cominciò a volere essere di sé contento. Solo Iddio, al quale nulla manca, sopra el quale è nulla, sta contento di sé medesimo e è ad sé sufficiente. Per la qual cosa l’animo allora si fece pari a Dio, quando volle di sé medesimo essere contento, quasi non meno che Iddio bastassi a sé medesimo.