Edipo a Colono (Sofocle - Romagnoli)/Primo stasimo

Primo stasimo

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Sofocle - Edipo a Colono (401 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
Primo stasimo
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PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA


coro
Strofe
Al cuore di questa contrada
dai vaghi corsieri sei giunto,
straniero, a Colono la candida,
dove il suo volo raccoglie
720sovente, e l’acuto suo canto
il rosignolo rimormora
sotto verdissimi anfratti,
ora indugiando fra l’edera
purpurea, poi nel fogliame
725sacro ad un Nume, ed impervio,
dove miriadi pomi
pendono, e il sol non vi pènetra,
ne vento d’alcuna procella.
Qui l’ebbro Dïòniso sempre
730il piede sospinge
insiem con le Ninfe nutrici.

Antistrofe
Sottessa l’eterea rugiada
qui florido cresce e perenne

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coi grappoli belli il narcisso,
735serto vetusto alla Diva
Demètra, e a Persèfone; e il croco,
aurea pupilla. E le insonni
fonti, che nòmadi errando
nutrono i rivi d’Alfèo,
740mai non iscemano d’acque:
anzi dí e notte si lanciano
con le purissime linfe
a fecondar le pianure
dal seno rupestre. Né aborrono
745da loro le Muse e le danze;
né manca Afrodite,
signora dell’auree briglie.

Strofe
Un’altra pianta v’ha, cui non vide mai né la terra
d’Asia, né l’isola doria di Pelope, che da sé germina,
750albero invitto, che sbigottisce l’aste nemiche,
che in questa terra rigoglio ha sommo:
del glauco ulivo la fronda, altrice
dei nostri pargoli.
Né alcun nemico, giovane o annoso,
755potrà le mani porvi, e distruggerlo.
Però che l’occhio di Giove Mòrio1 sempre la vigila
e Atena, diva dal glauco ciglio.

Antistrofe
Un altro fregio della mia patria sommo io ricordo,
d’Attica vanto supremo: il dono che il Dio le fece
760dei bei cavalli, dei bei puledri, dei bei navigli.
Figlio di Crono, sire Posídone,
in tanta gloria tu la ponevi:

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ché prima a questa
contrada il freno tu concedesti
765che regge l’impeto dei corridori.
d’essa, il remo saldo nel pugno, sui pie’ lanciandosi.
le cento insegue figlie di Nèreo.

  1. [p. 338 modifica]Pag. 171, v. 756. - Giove Morio era Giove, protettore dell’ulivo.