Edipo Coloneo (Sofocle - Giusti)/Atto quinto/Scena I

Atto quinto, scena I

../../Atto quarto/Scena VI ../Scena II IncludiIntestazione 11 aprile 2022 100% Teatro

Sofocle - Edipo Coloneo (406 a.C.)
Traduzione dal greco di Giovanni Battista Giusti (1819)
Atto quinto, scena I
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SCENA I.


CORO NUNZIO.


nunzio.
In brevi accenti, o cittadini, io posso
Significare a voi che Edipo è morto.
Ma, come il fatto e quanto poscia avvenne,
Dir non si puote con parole brevi.
coro.
È dunque morto il miserando Edipo?
nunzio.
Onesta vita mortal lasciò per sempre.
coro.
Morire almen per sovraumana forza

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Potè senza travaglio?
nunzio.
Il morir suo
Prodigïoso fu. Come partissi
Di questo loco, voi, che lo vedeste,
Ben lo sapete; senza duce alcuno,
Anzi egli a tutti duce. E, quando fu
Sovra la soglia discoscesa, a cui
Nella più bassa parte fan sostegno
Gradi di bronzo, soffermossi in una
Delle diverse vie, che son più presso
Alla voragin, là dove Tesèo
E Piritóo giuraro eterna fede,
E, standosi ei fra la Toricia selce
Ed il pero selvaggio, adagiò il fianco
Al sasso sepolcral, poscia depose
Le vestimenta squallide, e, chiamate
A se le giovinette sue figliuole,
Impose loro di recargli tosto
Acqua corrente onde lavarsi, e ai Numi

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Libare; ed elle si avviaro al colle
Della feconda Cerere, e recaro
Quanto il padre chiedeva, e con le sacre
Onde il mondaro, e il ricoprir di nuove
Vesti, siccome il rito chiede. E poi
Che dell’opra si piacque; e che compiuto
Fu quanto egli bramò, Giove Terrestre
Tonò: perchè le vergini donzelle
Quel suono udito, inorridiro; e senza
Forza cadute sopra le ginocchia
Del padre alto piangevano; nè mai
Di percotersi il petto e lunghe strida
Di mandar rifinivano. — Ma Edipo,
Appena inteso l’improvviso amaro
Fragore le abbracciò; poi caramente
Lor mani entro le sue stringendo, disse:
Figlie, voi non avrete oggi più padre.
Tutto perì che fu già mio; nè voi
Che di tanta fatica aveste il carco,
Per me dovrete più lunghi travagli

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Tollerar. Un pensiero or vi conforti:
Mai non sarà chi più del padre v’ami,
Mentre senza di lui vita vivrete
Men dura e faticosa. — Intanto tutti
Ristretti attorno a lui dolentemente
Piangevano. Ma, poi ch’ebbero fine
I gemiti, nè suono altro s’udìa
E tutto era silenzio, ignota voce
Ed improvvisa rimbombò, per cui
Le chiome a tutti si arricciaro. E un Dio
Con ripetuto grido Edipo Edipo
Chiamava, Edipo a che più tardi? Troppo
Indugiasti. Ed appena egli del Nume
La voce intese, dimandò che a lui
Il Re Tesèo si avvicinasse, e, giunto,
O carissimo, disse: deh! tu porgi,
Qual primo pegno di tua fè, la destra
Alle mie figlie, e, voi care fanciulle,
A lui date la vostra; e tu prometti
Che, per quanto potrai, da te tradite

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Mai non saranno, e che farai per esse
Tutto che in meglio a lor ritorni. Ed egli,
Cuor generoso e di pietà compunto,1
Giurò di farlo. Allor distese Edipo
Sulle figlie le man tremanti, e disse:
Figlie, è duopo alla fin con alma forte
Di quì partirvi: chè ascoltar non lice
Nè veder quel che a dire e a far mi avanza.
Itene tosto, e quì Re Tesèo solo
Rimanga, e sappia quanto oprar ei debbe.
Tutti obbedimmo, ed un dirotto pianto
Versando, ci avviammo in compagnia
Delle fanciulle. Dopo breve istante,
Volti indietro, non più fu visto Edipo
Che già s’era a mortal guardo nascoso;
Ma sol Tesèo, che delle mani velo
Faceva agli occhi, quasi non potesse
Cogli occhi sostener l’alto portento.
E poco dopo al suol prostrarsi in atto
Di adorare la terra e il santo Olimpo. —

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Di qual poi morte estinto Edipo sia
Sol può dirlo Tesèo. Lui veramente
Nè fulmine percosse, nè marino
Turbo rapì. Forse del Cielo un messo
Sel tolse; o, aprendo il sen benignamente,
La terra, il ricevè. La costui morte
Non affannosa nè lunga fu certo
Stupenda morte. Se di mente inferma
Sogno alcun crede il mio narrar, mal crede;
Chè quanto io dico con questi occhi io vidi.
coro.
E le fanciulle, e quei che le seguiro,
Dove sono?
nunzio.
Non lungi la dolente
Lor voce annunzia che ne son già presso.

Note

  1. [p. 160 modifica]Si è seguìto anco in questo luogo la lezione di Johnson perchè la pietà ben si addice ad uom generoso.