Ecco l'Aufido io bevo, e su le rive
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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista
XXXVII
PASSANDO PER PUGLIA PIANA
Ecco l’Aufido io bevo, e su le rive
a Cerere sacrate inganno il piede;
qui, per fuggir dall’inclemenze estive,
tede non hanno i campi, ombra le tede.
Messaggiera di piogge aura non riede,
mentre un sole d’Egitto il dí prescrive;
d’anima, ch’è caduca, è l’erba erede,
e la vita prolissa il fior non vive.
Ad Aconzio amator pomo da ramo
qui non sa partorir tronco infecondo,
dov’ei possa stampar: «Cidippe, io t’amo».
Edificar dovea cielo secondo
Adamo qui, ché senza colpa Adamo
vedrebbe il cielo e senza morte il mondo.